Il Messaggero, 13/12/2008, 13 dicembre 2008
ROMA (12
dicembre) - Alitalia è di Cai: il contratto di acquisto da parte della società guidata da Roberto Colaninno della parte sana della ex compagnia di bandiera è stato firmato oggi. Il commissario straordinario di Alitalia Fantozzi ha siglato con Cai l’accordo che prevede cessione di beni e contratti relativi all’attività di volo per 1,052 miliardi di euro. Sempre oggi intanto a Palazzo Chigi le sigle sindacali Avia e Anpav, prima schierate con il fronte del no, hanno firmato l’intesa.
Per rilevare gli asset di Airone, Cai verserà 300 milioni di euro e in aggiunta si farà carico dei debiti. A Palazzo Chigi le sigle sindacali Avia e Anpav, prima schierate con il fronte del no, hanno firmato l’intesa. Alitalia e Cai hanno firmato il contratto di compravendita della parte sana della ex compagnia di bandiera. Il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi ha firmato con Compagnia aerea italiana l’accordo che prevede la cessione di beni e contratti relativi all’attività di volo per 1,052 miliardi di euro.
Stranieri al 20-25%. Colaninno ha poi specificato che la quota del partner straniero, ancora da scegliere fra Air france e Lufthansa, sarà compresa tra il 20 e il 25% della società. «La nostra idea è di una partecipazione» del partner straniero ad Alitalia «tra il 20 e il 25%», ha sottolineato Colaninno. Per diventare alleato di Cai ci sono «due proposte importanti da Air France e Lufthansa che prevedono un accordo strutturale, commerciale e di cooperazione industriale con una disponibilità ad investire in equity nella compagnia e questo rafforzerà l’impegno del partner che sceglieremo», ha rilevato l’amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli, precisando che entro l’anno «sceglieremo l’offerta migliore e che preveda tempi più veloci perché il tempo è una variabile importante».
Il socio stranierà investirà circa 250 milioni, dato che la nuova Alitalia, ha spiegato Sabelli, avrà una capitalizzazione totale di 1,1 miliardi, «850 milioni frutto dell’aumento di capitale in due tranche sottoscritto dai soci italiani e il rimanente dall’alleato straniero». Sabelli non ha inoltre «escluso» che altri soci italiani si aggiungano ai 21 già presenti.
Continuerà a chiamarsi Alitalia. «Oggi è stato firmato l’atto di trasferimento degli asset dal commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, a Cai. Da oggi Cai è proprietaria di Alitalia ma anche se il nome lo potremo usare dal 12 gennaio prossimo, io lo userò da oggi perché lo preferisco a Cai, quindi la chiamerà Alitalia», ha precisato Colaninno, presentando l’operazione che lancerà la Nuova Alitalia.
Nella fase di avvio la nuova Alitalia conterà oltre 13 mila dipendenti, un numero superiore alla quota prevista di 12.600. Lo ha precisato l’amministratore delegato della Cai-Alitalia Rocco Sabelli. Alle circa 9 mila lettere di assunzione partite devono essere aggiunte altre 7-800 unità all’estero oltre a circa 600 contratti a tempo determinato, ha affermato. Dei 9 mila assunti, circa 900, ha aggiunto ancora Sabelli, sono i casi di assunzioni "protette" in base ai requisiti di tutela previsti.
Colaninno dà poi atto dell’importanza dei piloti della nuova Alitalia e esprime l’auspicio e la fiducia che anche Anpac e Up aderiscano al nuovo progetto. «Vogliamo una compagnia di successo, che metta al punto centrale il cliente, l’efficienza, la sicurezza e siamo convinti che i piloti siano un elemento centrale per raggiungere questo obiettivo».
«Questa operazione è dovuta a due soggetti - ha sostenuto ancora Colaninno -: il presidente del Consiglio e Banca Intesa che ha offerto l’opportunità di investimento», ha detto ancora Colaninno, aggiungendo che la cordata di imprenditori che ha rilevato Alitalia non ha subito «alcun tipo di pressione o influenze da chicchessia».
«Non c’è mai stato un attimo di frizione con il premier, Berlusconi non ha mai fatto pressioni né mai fatto promesse a ciascuno di noi di nessun genere e natura», ha affermato ancora Colaninno. «Non abbiamo acquistato la "polpa" come qualcuno ha detto, abbiamo acquistato qualcosa al giusto prezzo come Bruxelles ha certificato, qualcosa di non facile, coscienti di avere la responsabilità di un business non solo privato ma pubblico e ce ne siamo fatti carico».
«Per quanto riguarda la competizione Milano-Roma la nostra risposta è che non tifiamo né per Roma né per Milano. Vogliamo gestire una società di successo, per esserlo deve soddisfare i clienti, per farlo dobbiamo andare dove ci sono i clienti», ha detto Colaninno. «Roma è una porta straordinaria verso il Mediterraneo, l’America del sud e l’Africa e non possiamo nient’altro che dire a Roma che non potrà non cogliere queste possibilità».
Colaninno continuando a parlare dell’ipotetico hub principale della Compagnia ha aggiunto: «Noi diciamo alle autorità che faremo la nostra parte a patto che tutti facciano lo stesso. Non può essere che Linate sia il più grande concorrente di Malpensa. Roma deve pensare che le proprie infrastrutture si aprano al Mediterraneo e al suo potenziale turistico. Ci poniamo a disposizione di queste autorità perché non possiamo disattendere ciò che il Paese si aspetta». «Air France vuol dire Amsterdam, Parigi, Milano e Roma. Lufthansa ha un sistema aeroportuale efficiente, con punto centrale Francoforte, poi Zurigo, Monaco di Baviera e probabilmente Malpensa», ha aggiunto Colaninno.
«Roma è la destinazione più naturale per l’hub, Milano è la più ricca. Il mercato del Nord è importante, quello del sud probabilmente può avere dinamiche più importanti», ha detto ancora Sabelli.
Alemanno. «Formigoni si dimentica che il disastro di Alitalia si è accelerato quando la Compagnia di bandiera fece la scelta univoca di Malpensa». Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Nessuno mette in dubbio - ha aggiunto Alemanno - le potenzialità della pianura Padana, dove però Malpensa subisce una forte concorrenza da parte degli aeroporti del centro Europa. Roma, invece, si apre su un’area, quella mediterranea, dell’Oriente e del Sudamerica, dove gode di una leadership naturale oltre ad essere di per sè un polo di grandissima attrazione turistica, su cui noi investiremo per raddoppiare i flussi turistici nei prossimi anni. Credo che, come ha detto il presidente Colaninno, la Cai debba puntare sulla complementrarietà tra Roma e Milano, evitando concorrenze ideologiche fra le due città e sfruttando fino in fondo le enormi potenzialità di uno scalo unico al mondo come quello di RomaFiumcino».