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 2008  dicembre 14 Domenica calendario

MILANO

Fuori, davanti alla stazione rinnovata, il pannello con il countdown segna «00.00.00». Dentro, al binario 14, il Frecciarossa, la «metropolitana d’Italia», apre le porte. «Tutti in carrozza, si parte», dice il presidente delle Ferrovie Innocenzo Cipolletta.
Un pensiero «agli otto operai morti nei cantieri». Qualche applauso. Qualche fischio di pendolari & sindacalisti da dietro le transenne: «Dimenticati e più lenti gli altri treni». Tutti in carrozza.
Sono le 16.17. La prima corsa dell’era «Milano-Bologna in 65 minuti» parte per davvero: 50, 200, 300 chilometri all’ora dopo 15 minuti dal fischio del capotreno. « come guidare un aereo», gongolano i macchinisti. Quando Francesco Pullella e Antonio Bova hanno iniziato, trent’anni fa, c’erano ancora i «626». «Locomotori d’anteguerra, oggi è davvero un’altra era». Una rivoluzione da mostrare a dito. Davanti: 182 km di binari governati da un sistema di controllo (l’Ertms/Etcs) premiato a livello internazionale e destinato a diventare la «lingua comune» dell’Ue in fatto di sicurezza. Dietro: gli occhi attenti del loro «capo», Francesca Raciti, 35 anni, ingegnere donna e giovane. Tutt’attorno: un paesaggio che pare immobile anche quando il punto di riferimento sono le auto che sfrecciano sull’Autosole.
Corre il suo Gran Premio, il Frecciarossa («tutto Made in Italy»). Dopo 99 mesi di lavori e 6.916 milioni di euro d’investimento. Una sosta di pochi minuti imposta dal sistema di controllo. Poi ancora via, inseguendo il brivido di Felipe Massa: 300 km/h di punta, 185 di media. Fino a ieri ci volevano un’ora e 42 minuti per arrivare a Bologna, oggi 65 minuti. «Tra un anno tre ore e mezza per andare da Milano e Roma, da centro a centro; 2 ore e 45 da Rogoredo a Tiburtina», guarda avanti l’ad di Ferrovie Mauro Moretti. Poco più che in aereo. Ma nessuna guerra (almeno dichiarata) ad Alitalia. «La Tav servirà a riequilibrare il sistema dei trasporti: l’auto per i brevi tratti, il treno per quelli mediolunghi, l’aereo per quelli lunghissimi».
Alle 17.22, dopo 65 minuti di viaggio («come previsto»), il Frecciarossa è a Bologna. Il sindaco Sergio Cofferati dà il benvenuto con tanto di cappellino rosso e paletta. Altri applausi, altri fischi noTav. Breve sosta e si riparte. Nella carrozza «uno», quella degli uomini della politica e della finanza, si incrociano le impressioni da viaggiatore. Fuori dal finestrino le luci diventano un’unica striscia luminosa. Dopo 55 minuti, «dieci prima del previsto», tornano a essere puntini. Il Frecciarossa è di nuovo a Milano.
Lo salutano il sindaco Letizia Moratti e il governatore Roberto Formigoni (assente il ministro Matteoli a causa di un incidente del figlio). «Oggi l’Italia e l’Europa fanno un passo avanti», afferma il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, ricordando come la tratta faccia parte del «progetto prioritario Berlino- Palermo». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ripercorre le tappe del «sogno» ferrovia, e conclude: «Così come il Pendolino è stato il simbolo di un’Italia uscita dalla guerra e desiderosa di crescere, oggi il Frecciarossa è il simbolo di un’Italia che si vuole rimettere in moto e vuole ritrovare l’antico splendore». Parole che anticipano la telefonata del premier Berlusconi a Moretti: « una realizzazione eccezionale che contribuisce a rilanciare il Paese».
Dentro la stazione rinnovata rimbalzano i primi numeri della nuova era: 190 mila biglietti venduti, 150 mila per la Milano-Roma; un fatturato cresciuto del 61%. Qualcuno compra il biglietto per questa mattina: 35 euro in 2a classe da Milano a Bologna, 71 da Milano a Roma. Fuori parte un nuovo countdown: meno 365 giorni al completamento dell’intera linea, da Torino a Salerno.