Bruno Ventavoli, La Stampa 13/12/2008, 13 dicembre 2008
MARINELLA VENEGONI
MILANO
Mina che si occupa di tutt’altro, e mai del proprio mito, chissà come accoglierà gli omaggi che perpetuano all’infinito un passato nella musica popolare di cui sembra l’unica protagonista: soprattutto in questo 2008, che ha salutato due anniversari rotondi, i 50 anni dall’inizio della carriera e i 30 da quando abbandonò la scena con i leggendari concerti a Bussoladomani. Da allora si sentono orfani tanti comuni mortali, mentre autori e personaggi si sfogano con i ricordi, a differenza di lei: non si può infatti non notare che alla fine, in questo ultrafatidico anniversario, di Mina non è uscito neanche un disco. L’unica celebrazione è stata lasciata a una serie di dvd sugli anni Rai, lanciati in edicola.
La Monomarca più famosa d’Italia deve aver pensato che, fra gli anniversari e il recente duetto con la Vanoni, di lei si è parlato fin troppo, visto che ha rinviato il nuovo album alla primavera. Ma non ha fatto i conti con i suoi «fissati»: e infatti l’ultimo scorcio del 2008 si chiude con un’ondata di omaggi. appena uscito l’ultimo numero della lussuosa fanzine Mina Fanclub, dove il sacerdote officiante, Loris Biazzetti, fa faville con varie rievocazioni, soprattutto degli abiti da lei indossati negli anni d’oro; e sta uscendo Parole parole parole, un volume dell’Arcana nel quale il direttore della rivista di collezionismo Raro, Fernando Fratarcangeli, dà sfogo alla propria verve enciclopedica attraverso una accuratissima ricostruzione della saga.
Fratarcangeli è recidivo. Appena tre anni fa, aveva pubblicato un libro in cui estrapolava il Mina Talk da vent’anni di interviste; qui invece siamo di fronte a un meticoloso zibaldone: c’è lo sbobinamento di alcuni Studio Uno (con Totò e Sordi) e Teatro 10 (con Gaber); ci sono risvolti curiosi della «politica industriale» di Mina con le etichette discografiche, dagli esordi fino alla fondazione della Pdu. Ci sono poi sapidi aneddoti, come la creazione del primo fanclub minesco dopo il suo ritiro dalle scene, nell’80: un gruppo di tifosi di Parma si recò in delegazione a Milano con una lettera da consegnare alla Diva; la risposta, non convenzionale, fu pronta: «Delizie! Marco, Flavio, Fabio! Oggi ho un sonno... non dormo da giorni. Mi rendo conto del fatto che non ve ne frega. Ma insomma, splendida letterina la vostra. Grazie. Vediamoci. E il panico sarò tutto mio. Ciao, vostra Mazzini».
Ma è curioso, e veramente da Raro, l’elenco finale di 100 canzoni topiche, messo insieme con il gusto dell’aneddotica oltre che delle preferenze, in collaborazione con il Mina Fan Club di Aosta che è poi quello di Biazzetti. una classifica nella quale ognuno potrà trovare la propria preferita, o scoprire un brano ignoto: al centesimo posto, c’è per esempio una Nuda di Don Backy, incisa nel ”76, argomento la Diva divorata dai media, che canta: «Sono qui radiografata / Sono nuda anche vestita / Di me sapete tutto / Forse più voi di me». Al primo posto, svetta invece Bugiardo e incosciente di Serrat, con testo italiano di Limiti: quell’album stabilì per Mina, nel ”70, due record: disco più venduto e quello rimasto per più settimane nelle classifiche.