La Stampa 13/12/2008, 13 dicembre 2008
GIANLUCA PAOLUCCI
TORINO
Si avvicina il via libera per il prestito da 75 milioni di euro e della cessione per 375 milioni dell’area ex falk di Sesto San Giovanni al fondo Limitless, che dovrebbero garantire un po’ di ossigeno alla Risanamento del gruppo Zunino. Ossigeno quanto mai necessario: solo la quotata Risanamento ha 1,3 miliardi di debiti, più 1,1 miliardi relativi alle società estere. Una trattativa lunga, quella tra Zunino e le banche, iniziata con una riunione alla fine di settembre presso Intesa Sanpaolo - che del gruppo è uno dei grandi creditori - tra i rappresentanti della banca e Luigi Zunino. A quella riunione, Zunino presentò un progetto predisposto dalla Borghesi Colombo e Associati per ristruttuzione del debito di Risanemento e del cosidetto «sistema holding» di Zunino, ovvero Zunino Investimenti Italia, Nuova parva e Tradim. Il progetto di Borghesi prevedeva la cessione a Intesa Sanpaolo di una serie di asset, tra i quali una serie di asset immobiliari di pregio prevalentemente a Milano. Oltre a una partecipazione nell’area Falk e, soprattuto, il 2% di Mediobanca e una quota del capitale della stessa Risanamento, tra il 5% e l’8%. Proposta, per come formulata, ritenuta irricevibile dagli uomini di Gaetano Micciché, il capo del corporate della banca (anch’esso presente alla riunione). Che però hanno garantito in una qualche misura l’appoggio all’immobiliarista. In prima istanza, è stata prorogata fino al 30 ottobre la scadenza della tranche da 60 milioni del rimborso del prestito di 150 milioni concesso dalla stessa Intesa in aprile. Scadenza poi posticipata fino al 28 febbraio 2010. qualche settimana dopo, un pool dei grandi creditori (oltre a Intesa, Mps, Bpm e Unicredit) ha firmato un preliminare per concedere la linea da 75 milioni, vincolato al via libera di almeno il 65% del monte crediti ad una moratoria di uno o due anni. Il via libera da parte degli organi deliberanti di Unicredit sarebbe arrivato solo a distanza di qualche settimana. E il termine di fine novembre previsto per la sottoscrizione del prestito non è stato rispettato.
Nel frattempo, la situazione è ulteriormente peggiorata. I covenants su una serie di prestiti sono «saltati». il caso dei due finanziamenti concessi da Royal Bank of Scotland per 180 milioni totali, coperti dalle ipoteche sugli immobili e sulle quote societarie dei veicoli che tra le garanzie prevedevano il mantenimento di 3 milioni di euro in un conto vincolato. Il primo, relativo ad un palazzo in Galleria Passarella a Milano, è stato rinegoziato. Per il secondo - via Vittorio Emanuele, sempre a Milano - la risposta si è fatta attendere più a lungo. Altre eposizioni a destare preoccupazione erano quelle verso Meliorbanca (40,5 milioni per mutui fondiari, anche qui coperti da ipoteche) e Bnl, altri 40 milioni per crediti di conto corrente. Poca cosa, rispetto alla massa debitoria del gruppo. Abbastanza però da preoccupare le banche coinvolte - le quattro del prestito coprono il 55% dei debiti di Risanamento. Così, a Limitless è stato offerto un maxisconto - le trattative si erano prima arenate su un’offertta di 550 milioni. E le banche hanno allentato i cordoni della borsa. A prosito di borsa, il titolo Risanamento, non a caso, nella settimana ha recuperato terreno fino a toccare un massimo di 0,48 euro dagli 0,36 della scorsa settimana.