Arianna Ravelli, Corriere della Sera 13/12/2008, 13 dicembre 2008
MILANO
Il piano tagli, ora, è nero su bianco. Gli interventi sono tanti e drastici, ancora più delle previsioni: la Formula 1 low cost, da oggi, è una realtà. Alla fine, i team costruttori arriveranno a spendere il 30% in meno, gli indipendenti anche il 50. « il primo importante passo per salvarsi», commenta Max Mosley, presidente Fia. , di sicuro, una rivoluzione, anche per chi i Gp li guarderà da casa: dal 2010, per esempio, spariranno i rifornimenti in gara.
Ma andiamo con ordine. Il motore unico, lo si sapeva, non ci sarà. E neanche il turbo entrerà in vigore nel 2011. Resta questo V8 fino al 2013, quando sarà sostituito da un altro in grado di garantire risparmio energetico. Ma c’è tempo per questo. I tagli, invece, entrano in vigore da subito: i test, per esempio, dovranno terminare con il primo Gp della prossima stagione. Poi, per provare le novità, bisognerà accontentarsi del venerdì dei weekend di gara.
Al centro dei cambiamenti c’è sempre il motore: come minimo ciascun propulsore dovrà durare tre gare. Ogni squadra ne avrà a disposizione 20 da gestire per tutto il campionato: 8 per ciascun pilota, 4 per i test. I dettagli, però, non sono ancora chiari: infatti i motori, limitati a 18 mila giri al minuto, dovranno anche «raddoppiare la propria vita» e quindi essere in grado di reggere 2 mila km, che poi è la durata di quattro gare. Allora? Probabilmente i team saranno lasciati liberi di decidere quando usarli per tre e quando per quattro Gp. Comunque sia, alla fine i team indipendenti spenderanno il 50% in meno per comprarsi un motore (nel 2010 poi lo avranno a un prezzo conveniente, meno di 5 milioni di euro). Qualcosa, poi, ha strappato anche la Renault, che sembrava fosse intenzionata ad approvare il motore unico della Fia. Non l’ha fatto, ma ha ottenuto di poter introdurre delle modifiche al proprio propulsore (Renault ha sempre sostenuto che altri hanno migliorato i propri motori anche con lo sviluppo congelato). Però non avrà la possibilità di effettuare test comparativi e dunque non è detto che le prestazioni dei motori saranno, alla fine, tutte uguali: la competizione tecnologica, insomma, resta. Non solo: per frenare lo sviluppo esasperato, si mandano in vacanza gli ingegneri. Le fabbriche, infatti, dovranno essere chiuse per sei settimane all’anno (anche se poi non sarà possibile controllare chi è al lavoro e chi no). Nel 2010 i tagli aumenteranno: come si diceva, in gara non si effettueranno più rifornimenti.
I piloti si fermeranno al pit stop solo per cambiare le gomme. Poi, ammesso che sia tecnicamente possibile, lo stesso cambio sarà usato da tutte le squadre, verrà standardizzato il sistema radio e di telemetrie, la ricerca aerodinamica sarà ulteriormente limitata, più tanti piccoli tagli qua e là.
E lo spettacolo? Le ipotesi di introdurre le medaglie al posto dei punti e di riformare le qualifiche non sono affatto finite in soffitta. Anzi, potrebbero entrare in vigore da subito, se saranno promosse da una ricerca di mercato che è stata commissionata. Ma la cosa più urgente, di questi tempi, non è lo show.
Arianna Ravelli