Tamburello Stefania e Sergio Bocconi, Corriere della Sera 11 dicembre 2008, 11 dicembre 2008
ROMA - L’
Italia è «tecnicamente» in recessione: il Pil (Prodotto interno lordo) è in calo da due trimestri. Il Pil. Secondo i dati diffusi dall’ Istat, nel terzo trimestre 2008, da luglio a settembre, il Pil italiano è diminuito (come era già avvenuto tra aprile e giugno) dello 0,5%, che diventa 0,9% se paragonato al secondo trimestre del 2007. La produzione. Anche la produzione industriale è in caduta a ottobre: del 6,7% rispetto allo stesso mese del 2007 (dello 0,2% rispetto a settembre). Ragionando sul periodo gennaio-ottobre, il calo su base annua è del 2,6%. Consumi. Nei dati del Pil scendono le esportazioni, gli investimenti e tengono, ma senza brillare, i consumi. Dal governo arriva intanto la notizia di una possibile proroga degli incentivi alla rottamazione delle auto che scade a fine anno. ALLE PAGINE 5 E 6 Bocconi, Marro, Tamburello
Crisi L’ economia
Produzione a picco, per l’ Italia è recessione
L’Istat: tengono i consumi ma scende l’ industria. Pil giù dello 0,5%, peggior dato dal ’ 93 Marcegaglia: più fondi per gli ammortizzatori sociali. Matteoli: rottamazione auto, lavoriamo alla proroga
ROMA - Si tratta di una conferma, ma la notizia fa ugualmente effetto: nel terzo trimestre dell’ anno, da luglio a settembre, il Pil italiano è diminuito, come era già avvenuto tra aprile e giugno. Il calo rispetto ai tre mesi precedenti è stato dello 0,5% che diventa dello 0,9% se paragonato al secondo trimestre del 2007. Non v’ è dubbio che sia recessione, «recessione tecnica» visto che si sono registrati due trimestri consecutivi di crescita negativa. E visto che se si guarda all’ andamento dell’ intero anno (nel primo trimestre la crescita è stata positiva per lo 0,5%) è stata già acquisita una flessione del Pil dello 0,3%. Dati così non si registravano da 15 anni e la situazione economica appare in tutta la sua gravità se si guarda anche alle cifre, diffuse sempre ieri dall’ Istat, della produzione industriale, in caduta nel mese di ottobre. La diminuzione è stata infatti del 6,7% rispetto allo stesso mese del 2007 (dello 0,2 la diminuzione rispetto a settembre). Ragionando sul periodo gennaio-ottobre il calo su base annua è del 2,6%. Le previsioni per i prossimi mesi poi non sono confortanti, anzi: per il Centro studi di Confindustria, il Pil italiano registrerà nel quarto trimestre dell’ anno una contrazione dello 0,8%, mentre la produzione industriale si avvia, sulla base delle stime, a segnare un crollo dell’ 11,4% a novembre. Il premier Silvio Berlusconi invita però ancora una volta ad evitare pessimismi: «Sono consapevole e realista sulla crisi. Ma mi sforzo di mandare messaggi di fiducia ai cittadini. Anche perché la crisi «è nelle nostre mani», «oggi non dipende dalle banche o dalle imprese, ma dai consumatori, che pure sono sotto schiaffo, e dai loro comportamenti: la gente non deve cambiare le sue abitudini, deve continuare ad acquistare» ha detto Berlusconi annunciando per il 18 dicembre la riunione del Cipe per varare il piano da 16 miliardi per le infrastrutture. Il presidente del Consiglio ha quindi confermato che il governo è pronto «a portare da 600 milioni a un miliardo di euro i fondi per gli ammortizzatori sociali». Ma su questo punto ieri è intervenuta duramente la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: «Quello che è stato fatto sulla riforma degli ammortizzatori non è sufficiente». Chiediamo al governo, ha aggiunto, un intervento «forte e totale, non solo per chi usufruisce della Cassa integrazione ma anche per chi ha contratti atipici, per evitare un conflitto sociale». Dal governo arriva invece la notizia di una possibile proroga degli incentivi alla rottamazione delle auto che scade il 31 dicembre. «Ci stiamo lavorando» ha detto il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli mentre Berlusconi ha ribadito che l’ esecutivo non ha mai preso in considerazione un piano di intervento per un particolare settore, come l’ auto. Tornando al calo del Pil - che fotografa una situazione in cui scendono le esportazioni, gli investimenti e tengono, ma senza brillare, i consumi - anche il resto dell’ Europa è in difficoltà seppure meno dell’ Italia: se si guarda infatti al dato tendenziale - terzo trimestre 2008 su terzo trimestre 2007 - il Prodotto è cresciuto dello 0,8% in Germania, dello 0,7% negli Stati Uniti, dello 0,6% in Francia e dello 0,3% nel Regno Unito. Nel complesso, rileva l’ Istat, il Pil dei Paesi dell’ area Euro è diminuito dello 0,2% in termini congiunturali ed è cresciuto dello 0,6% in termini tendenziali. Stefania Tamburello
Tamburello Stefania
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Perissinotto: il capitalismo?
Vince solo se ha i valori Chi vuole tutto e subito perde
MILANO – Non capita spesso che un top manager parli in pubblico di valori. Di valore, inteso come profitto per l’azionista, sì: negli ultimi anni è stato lo slogan più speso, forse abusato. Però non ha forse del tutto sorpreso che ieri Giovanni Perissinotto, amministratore delegato delle Generali, abbia affidato proprio ai valori, opposti alla «scommessa speculativa», un ruolo centrale nel perseguire la «seconda metamorfosi» che può permettere di superare la crisi.
Senza dubbio i valori oggi sono meno «estrenei» all’economia rispetto all’era pre-subprime: è emblematica la recente fotografia che vede ritratto il vescovo di Detroit pregare circondato da Suv dopo che il Congresso ha approvato i finanziamenti a Gm, Ford e Chrysler. E ha fatto ritrovare il valore del lavoro l’immagine dei dipendenti della Lehman fallita uscire dalla sede con i propri scatoloni. Perciò il riferimento di Perissinotto è parso perfettamente in tema nel consueto dibattito milanese sul Rapporto Censis che, giunto quest’anno alla 42esima edizione, ha analizzato le reazioni di famiglie, imprese e società alla grande crisi, descrivendo un aumento di ansia e paura. Lui, manager alla guida di una multinazionale il cui mandato è «offrire certezze e protezione », si è confrontato con Giuseppe De Rita e Giuseppe Roma, rispettivamente presidente e direttore generale del Censis, portando il punto di vista dell’imprenditore. Che in Italia, ha detto, si traduce anche in termini di una certa «solitudine».
Perissinotto concorda con il Censis sulla possibilità (in parte già realtà) che proprio la crisi faccia emergere «nuovi attori positivi del sistema, un gruppo selezionato di imprese innovative, internazionali, che vanno all’estero «con investimenti diretti» e per conquistare mercati, «non per delocalizzare », che si impegnano in partnership. Ma attenzione, avverte il top manager, «che non si tratti di un fenomeno simile alla "fuga dei cervelli"». Perché, contrariamente a quanto accade in Francia o Germania, gli imprenditori sono «spesso lasciati soli», senza sostegni e sistema Paese alle spalle. E’ vero che l’Italia continua a «produrre talenti come negli anni 50», e a questo proposito Perissinotto cita un articolo di Francesco Alberoni pubblicato dal Corriere lunedì: «Torniamo a inventare il Moplen e la Vespa». Ma, aggiunge: «Oggi fare impresa è molto più difficile», e per un nuovo modo di fare impresa occorre anche uno «Stato-partner sempre più attivo ad accompagnare con forza chi va all’estero». Però, iniziativa, innovazione e perfino un sistema Paese non bastano. Perché, sottolinea Perissinotto prendendo a esempio le Generali, «nell’oceano della globalizzazione» all’origine della «nostra forza, solidità e dinamismo» ci sono «i nostri valori e principi», le «nostre caratteristiche di fondo, l’approccio prudente e conservativo». E qui il top manager si prende una rivincita: «I valori che ho appena elencato e per i quali ora veniamo lodati e apprezzati, prudenza e attenzione agli investimenti, ci hanno attirato fino a poche settimane fa critiche spesso pesanti e aggressive dagli addetti ai lavori». Prima il Leone-Generali era «pavido e sonnacchioso », ora è diventato «un porto sicuro». Forse, sottolinea, avrebbe fatto bene a tutti che i critici si «fossero assunti la responsabilità per giudizi o posizioni conformiste e visioni di brevissimo periodo ».
Ecco dunque che i valor i «devono contraddistinguere il selezionato gruppo di imprese virtuose e globalmente adattabili» identificate dal Censis. Perissinotto dalla propria esperienza cita i più importanti: etica, flessibilità, trasparenza, responsabilità, professionalità, orgoglio di appartenenza e altri ancora. Una visione generale nella quale «generare valore va a vantaggio non solo degli azionisti ma di tutto il sistema economico e sociale di cui un’azienda fa parte». Valori dunque, per un valore condiviso.
Sergio Bocconi