Il Sole 24 Ore, 12-12-08, 13 dicembre 2008
Benetton sulla pista di Eldorado dal corrispondente Roberto Da Rin BUENOS AIRES - Nei momenti di crisi, in America Latina, si riparla di maledizione delle materie prime, "responsabili" dell’inerzia dei governi
Benetton sulla pista di Eldorado dal corrispondente Roberto Da Rin BUENOS AIRES - Nei momenti di crisi, in America Latina, si riparla di maledizione delle materie prime, "responsabili" dell’inerzia dei governi. E quindi "colpevoli" per aver favorito riprese economiche drogate in Venezuela, spese pubbliche troppo allegre in Cile, surrettizie rinascite dai default in Argentina. Sí, perché la solvenza finanziaria che petrolio, rame e soia hanno garantito ai conti pubblici nazionali ha un rovescio della medaglia: il limite del ciclo virtuoso dei prezzi (che è inesorabilmente terminato) e la pigrizia dei politici, riluttanti a pianificare politiche economiche più solide e di lungo termine. La caduta dei prezzi delle commodities, come accaduto altre volte nei decenni passati, ha quindi rimesso in discussione l’operato di imprenditori e politici. Ma c’è chi effettua scelte coraggiose proprio in tempi di crisi: il gruppo Benetton investe nella ricerca di oro e rame in Argentina, nella provincia di San Juan, poco lontano dal confine andino con il Cile. Il gruppo di Ponzano Veneto scommette quindi sulla ricerca mineraria in una regione «con alto potencial de descubrimiento». Ovvero con notevoli potenzialità, così l’hanno definita i geologi argentini. La societá operativa è Minera Sud Argentina, di cui Benetton possiede una quota vicina al 60% attraverso Compañias de Tierras. Alcuni manager di Minera Sud Argentina hanno comunicato al governatore della provincia di San Juan, José Luis Gioja, di aver iniziato dei lavori di esplorazione, certi che i risultati saranno positivi come quelli ottenuti sull’altro versante della Cordigliera delle Ande, in Cile. I primi lavori di prospezione del progetto denominato "Brechas Vaca", con uno stanziamento di 500mila dollari, sono assegnati alla compagnia locale Ecominera che ha confermato l’avvio delle attività. Un progetto, quello di Benetton, che rievoca quello di Bill Gates, anche se su scala molto ridotta. Il demiurgo di Microsoft ha infatti acquistato il 10% di Pan American Silver, che inizierà tra poche settimane l’esplorazione di Manantial Espejo, un giacimento di oro e argento situato nella provincia di Santa Cruz, in Patagonia. Proprio in Patagonia i Benetton, nel 1991, hanno acquistato aree per 350mila ettari. Più tardi hanno aumentato gli investimenti: nel 1995 e nel 1996 hanno comperato 258mila ettari a Rio Gallegos e poi altri 335mila a San Julian. Oggi il Gruppo possiede qualcosa come 900mila ettari. E in Argentina è diventato quindi il primo proprietario terriero, seguito a grande distanza dal magnate newyorchese Douglas Tompkins, che ne possiede circa 380mila. La grande estensione terriera dei Benetton ha provocato una ridda di polemiche e uno scontro frontale con la comunità Mapuches, sostenuta dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel, che rivendica la proprietà della terra. E considera illegale l’acquisizione attraverso un normale titolo di acquisto, che non tiene conto dell’occupazione millenaria di queste stesse terre da parte dei discendenti degli indios. DAGLI ALLEVAMENTI ALLE MINIERE Gli investimenti in Argentina Il gruppo Benetton è il primo proprietario terriero in Argentina, dove possiede 900mila ettari. Di notevole rilevanza l’allevamento delle pecore merinos. Il gruppo italiano punta ora sulle risorse del sottosuolo e ha dato vita a un progetto di esplorazione nella provincia di San Juan, poco lontano dal confine andino con il Cile. A tale scopo sono stati stanziati finora 500mila dollari.Giovedí 11 Dicembre 2008