Lucia Annunziata, La Stampa 12/12/2008, 12 dicembre 2008
Tra l’Immacolata e il sacrificio di Abramo Lunedì, passeggiando per il centro di Roma, ho visto il Papa celebrare la festa dell’Immacolata Concezione, a ricordo del dogma promulgato da Pio IX l’8 dicembre 1854 contro l’oscurantismo del razionalismo e illuminismo settecenteschi, che sancisce il concepimento immacolato del figlio di Dio, che non poteva nascere macchiato, come noi tutti, del peccato originale e concepito attraverso un naturale congresso carnale tra uomo e donna, come sostengono le credenze della Chiesa cattolica
Tra l’Immacolata e il sacrificio di Abramo Lunedì, passeggiando per il centro di Roma, ho visto il Papa celebrare la festa dell’Immacolata Concezione, a ricordo del dogma promulgato da Pio IX l’8 dicembre 1854 contro l’oscurantismo del razionalismo e illuminismo settecenteschi, che sancisce il concepimento immacolato del figlio di Dio, che non poteva nascere macchiato, come noi tutti, del peccato originale e concepito attraverso un naturale congresso carnale tra uomo e donna, come sostengono le credenze della Chiesa cattolica. Di ritorno a casa, su viale della Moschea, ho visto molti pii musulmani celebrare la festa del Sacrificio con i poveri montoni nel bagagliaio della macchina che di lì a poco sarebbero stati scannati. Tutto questo in ricordo della sottomissione di Abramo a Dio cui offrì in sacrificio, a riprova della sua fede, il figliolo prediletto (Islam vuol dire appunto sottomissione a Dio). Rispetto veramente tutte le persone religiose e le religioni, ma non riesco a comprendere come nel 2008 possano ancora sopravvivere queste che io reputo solo credenze irrazionali prodotte dal nostro cervello e alle quali aderiscono acriticamente moltitudini di persone. Non sarebbe veramente ora di mettere in discussione tutte queste credenze religiose e anche d’interrompere questi simbolici riti cruenti che ledono i diritti degli animali? GIORGIO CORDASCO, ROMA Capisco le sue insofferenze di laico. Ma nelle feste religiose c’è da vedere sempre qualcosa di diverso dalla loro semplice definizione. Nella fede (si condivida o meno) c’è l’affascinante dato di quel che suggerisce, fa sentire o proiettare. La fede è anche un investimento individuale nel mito e i miti sono parte essenziale della formazione umana. La festa dell’Immacolata è il risultato d’una evoluzione di anni: «Una festa della Natività di Maria era celebrata in Oriente verso la fine del VI secolo. In Occidente, invece, questa festa della Concezione di Maria appare solo in Italia meridionale, a Napoli, nel IX secolo e intorno al 1060 veniva celebrata anche in Inghilterra. Dopo la conquista dell’isola da parte dei Normanni, la festa riacquistò vigore e passò in Europa... Non tutti i teologi del tempo erano favorevoli. In questo stesso periodo, però, un discepolo di Sant’Anselmo di Aosta (1033-1109), Eadmero, sostenne la possibilità dell’Immacolata Concezione... Seguirono alcuni secoli di dibattito teologico al riguardo. Poi, nel 1477, Sisto IV dà il suo beneplacito ad una Messa della Concezione; nel 1695, Innocenzo XII approva una Messa con ufficio e ottava per la Chiesa intera, ed infine, nel 1708, con Clemente IX la festa divenne di precetto. Finalmente nel 1854, Pio IX definì come dogma di fede la Concezione Immacolata di Maria... Con la riforma liturgica del Vaticano II questa celebrazione ha assunto il grado di solennità» (da «Feste Mariane»). Stampa Articolo