Marian Verna, La Stampa 12/12/2008, 12 dicembre 2008
MARINA VERNA
E dopo due mesi di illazioni, malignità, rivelazioni, confessioni e punti interrogativi, il punto fermo lo mette lei, Claudia Haider, la tostissima vedova del governatore della Carinzia: «Mio marito non era omosessuale». Lo dice in una intervista al settimanale tedesco «Bunte», perché è dalla Germania che sono venute le prime - e più circostanziate - illazioni. E lo ripete al quotidiano austriaco sterreich, il più corrivo nel dare spazio alle confidenze dell’«altro», quello Stefan Petzner, portavoce di Jörg Haider e vicepresidente del suo partito, pubblicamente travolto dal dolore subito dopo l’incidente e pronto a spiegare ai giornalisti che sì, lui lo amava, era «la persona della vita». Un giro di parole per un outing imbarazzante, un neologismo coniato per dire l’indicibile, che proprio ieri è stato scelto da una giuria di linguisti austriaci come «parola dell’anno».
Stefan Petzner è sparito dalla scena: eletto presidente della Bzö l’indomani della morte di Haider, un mese dopo si è ritirato. Bruciato dalla sua emotività. punito per l’oltraggio. Claudia Haider invece la scena la occupa, con dignità e senza fretta. Quando Petzner disse alla stampa sbalordita: «Lei lo amava come una donna. Lui la amava come un uomo. Io lo amavo in un modo completamente differente e personale, e lei comprendeva tutto ciò», lei non replicò. E’ stata zitta, ma non nascosta. Al funerale, finita la messa, salì all’altare a ringraziare della partecipazione sincera al suo dolore, pronunciando dieci parole che chiudevano la questione, almeno per il momento: «Quello che deve cadere cadrà, quello che deve restare resterà». Da quel momento non ha detto se non l’indispensabile.
E intanto preparava la controffensiva, che si è concretizzata ieri in queste dichiarazioni: «Chi mi conosce sa che non vivo fuori dal mondo. Sono una donna di cuore, di mano e di cervello, che ha sempre cercato rapporti chiari e onesti. Se quelle voci fossero state vere, avrei divorziato. Invece ne ridevamo insieme, Jörg e io». Le fa male che lo attacchino adesso, che non può più difendersi: «Da vivo non osavano. E’ una mancanza di rispetto, una slealtà, che la nostra famiglia si trovi continuamente confrontata con queste chiacchiere». Sul perché siano nate e perdurino, Claudia Haider ha una sua idea: «Jörg aveva troppo successo, era troppo popolare e questo dava fastidio ai potenti». Al punto da ammazzarlo, simulando un incidente stradale?
Claudia Haider sembra ormai condividere le teorie del complotto, uscite su Internet già poche ore dopo l’incidente mortale dell’11 ottobre. I due punti che sembravano assodati dalle perizie ufficiali - la velocità di almeno 140 km all’ora e lo stato di ebbrezza con un tasso alcolico nel sangue dell’1,72 per mille - non la convincono: «La velocità non è dimostrata definitivamente, il rettilineo dove l’auto si è schiantata è troppo breve per consentire un’accelerata così forte». Sul tasso alcolico i dubbi sono ancora di più: «Jörg era un salutista, un maratoneta. Beveva bene ma poco. Tutti i testimoni hanno detto che a mezzanotte era sobrio. Vorrei che mi si spiegasse come sia possibile bere tanto nel giro di un’ora».
Il vero mistero sono però gli sms ricevuti quell’ultima sera da Haider e probabilmente spediti da Petzner. La vedova ha chiesto i tabulati. E’ lì, la verità. Che sarà privatissima.