Patrizia Capua, Repubblica 7-12-08, 12 dicembre 2008
VOLEVA
restare nell’ ombra, ma poi gli ha dato il suo nome: Romeo. L’ albergo a 5 stelle nell’ ex Palazzo Lauro è un business da 100 milioni, solo l’ ultimo per Alfredo Romeo, amministratore del gruppo specializzato nella gestione dei patrimoni immobiliari pubblici. L’ imprenditore, 55 anni, ora al centro dell’ inchiesta sul Global service, ha preparato un’ inaugurazione in tre serate, l’ 11, il 12 e il 13 dicembre, per le istituzioni, per un selezionatissimo pubblico giovane, per gli operatori. Come consulente ha scelto il prestigioso Heinz Beck, chef tedesco della Pergola, il ristorante dell’ Hilton di Roma. «L’ albergo più innovativo e lussuoso della città, un oggetto unico non solo per Napoli» ha dichiarato in un’ intervista a Repubblica il patron della "Romeo gestioni spa", con sede in via di Villa Ruffo a Roma, «è anche e soprattutto un’ operazione di valorizzazione integrata - ha aggiunto - che rientra nel rilancio e nella riqualificazione dell’ intera zona di piazza Municipio». Il gusto per il lusso è una costante nella sua vita. Che c’ è di più esclusivo, infatti, di una villa a Posillipo, un eden a sei piani con giardino sulla spiaggia, prato inglese, piante grasse e bordure fiorite? Tanto sulla spiaggia, però, che l’ antiabusivismo ha aperto un procedimento e ha sequestrato l’ area. Poco dopo Romeo e sua moglie, Vittoria Parisio Perrotti sono stati denunciati per violazione dei sigilli. Accadeva l’ anno scorso, periodo in cui sono state intercettate telefonate tra Romeo e il giudice Bruno Schisano, in cui si faceva riferimento a un presunto interessamento del magistrato nel procedimento in corso. Il giudice comparirà a Roma il 19 dicembre per rispondere di tentato abuso d’ ufficio. Romeo, "ragazzo d’ oro" di Napoli, inizia la sua ascesa negli anni Ottanta come agente immobiliare con la Er, e distilla amicizie e uscite pubbliche. Il sabato pomeriggio lo si può incontrare in via dei Mille, nello show room del suo amico storico, Mariano Rubinacci e insieme vanno dal parrucchiere Boellis, in via Vetriera. è un altro dei suoi vecchi amici, Antonio Napoli, del Pci di allora, che nel 2000 lo porta come cliente a Reti, la società di comunicazione fondata da Claudio Velardi. Un sodalizio finora mai interrotto. Di proverbiale timidezza, riservato, l’ avvocato Romeo si fa notare per le sue fugaci apparizioni alle assemblee dell’ Aici, Associazione italiana consulenti e gestori immobiliari, dove lo ricordano nel suo elegante nel suo cappotto di vicuna, lana peruviana o ai convegni di settore come il Forum di Scenari Immobiliari, nel maggio 2003 a Capri. Raccontano le cronache della real estate community che «Romeo si è presentato al convegno e nessuno sino al giorno prima ci credeva davvero», per parlare del "full facility management", il modello di business che Romeo ha mutuato dalla cultura anglosassone, un know how di capacità organizzativa notevolissima che comprende anche vendite, e gli ha fatto ottenere appalti nelle maggiori città d’ Italia: Napoli, Venezia, Milano, Firenze e altro ancora. Global service by Romeo anche per il Quirinale e per il Senato (importo di 22,385 milioni per quattro anni). Un tecnico dell’ outsourcing, l’ esternalizzazione che anche gli enti pubblici sposano per tagliare i costi. Nel 2007 Romeo impiega più di 500 persone e controlla un patrimonio da 48 miliardi. Schivo, sì, perché Romeo «non è un personaggio napoletano, qui lo conoscono in pochi» assicurano i bene informati. Ma a testa bassa è entrato nel gotha degli immobiliaristi italiani: nel 2007 e fino al 2009 è vice presidente di Assoimmobiliare con Carlo Puri Negri e Elio Gabetti. Nel 2004 si aggiudica assieme a Puri Negri l’ Epic prize special award «per aver contribuito alla crescita qualitativa del patrimonio immobiliare italiano». Sempre vivo il suo rapporto con la politica, dal Pci al Pds fino ai Ds. Pronto a sostenere Nomisma, il pensatoio di Romano Prodi allorquando l’ ex premier lancia un sos per una leggera crisi finanziaria. Uno zampino nello sport d’ affezione: è sponsor della squadra di basket in C2 "Romeo Gestioni Pontano". Si prodiga anche in beneficenza come testimonia il grazie di Sos Terzo mondo missioni onlus «per la preziosa donazione per una nuova casa "Nel villaggio per bambini orfani" a Bangui, capitale centraficana». Imprenditore moderno e molto chiacchierato, non soltanto per le inchieste giudiziarie in cui è incappato - il processo del 1993 per la Tangentopoli napoletana, denominato "Romeo + 19/Di Donato", in cui da accusato divenne accusatore e definì «cavallette» i politici - ma anche, dicono alcuni inquilini, per la cattiva gestione degli immobili di proprietà del Comune di Napoli, che ha in carico dal 1989. Basta ascoltare la voce dei molti che dicono di essersi ritrovati in case umide e piene di disservizi; e che, aggiungono, dopo avere chiesto assistenza affermano di essersi visti sbattere la porta in faccia. - PATRIZIA CAPUA