Maurizio Crosetti, la Repubblica 12/12/2008, 12 dicembre 2008
MAURIZIO CROSETTI
Visto che lo stadio ormai è uno schermo, ed è fatto di pixel e non più di cemento, quello che accadrà da domani nel sito Internet dell´Atalanta è solo una logica conseguenza. Nascerà infatti una cosa chiamata "Atalantown": cioè una città virtuale dove sarà possibile seguire allenamenti e conferenze stampa, consultare statistiche, rivedere i filmati delle partite e i gol. Fin qui, nulla di troppo diverso dai siti ufficiali di moltissimi club. In questo caso, però, la novità è l´Avatar: cioè un personaggio virtuale, proiezione di ogni utente collegato. Qualcosa di molto vicino a "second life", moda (già un po´ decaduta) di chi cerca un´altra vita a portata di clic.
L´Avatar bergamasco, creatura dal vago sapore mitologico e, si spera, un po´ più tranquillo di alcuni suoi colleghi ultrà anche troppo reali, per prima cosa farà tappa al centro sportivo di Zingonia dove si allenano i giocatori (quelli veri), e - volendo - potrà girare in lungo e in largo nella versione virtuale della città di Bergamo, con tanto di Piazza Vecchia: lì è previsto che ogni Avatar incontri gli altri omini elettronici, pilotati da casa da persone in carne e ossa, per scambiare opinioni sul calcio, e magari sul tempo e sul governo.
Non solo. "Atalantown" (il nome, bisogna ammetterlo, non è male) sarà anche un insieme di videogiochi: una ventina in tutto, dove si potrà palleggiare, tirare rigori e sfidare gli altri omini in gare di vario genere, qualcosa che rischia però di essere snobbato da chi abbia più di quattro anni e sia abituato a ben altre vertigini da consolle. Infine, la "seconda vita" del tifoso atalantino sarà un supermercato, vero scopo di quasi tutti i siti Internet: dove si compra e si vende, con la scusa di parlare e sentirsi meno soli.
In apparenza, l´idea dell´Atalanta sembra solo una curiosa trovata. In realtà, segue alla lettera le nuove tendenze di un calcio sempre più virtuale, televisivo e computerizzato. Persino gli stadi veri, quelli di cemento, vengono ormai progettati e costruiti in base alle esigenze delle tv. Più piccoli, perché il pubblico in carne e ossa si sta quasi estinguendo, sostituito dal tifoso col telecomando in una mano e il mouse nell´altra. L´importante è essere prima clienti e poi tifosi, e non uscire più di casa. Non solo la domenica, spettatori del pallone criptato, ma anche negli altri giorni, delegando a un Avatar le emozioni, le paure, la rabbia e la gioia. Poi, magari, l´omino virtuale incontrerà un suo omologo, un suo coetaneo elettronico, il quale potrà anche dirgli che dal vivo è tutta un´altra cosa.