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 2008  dicembre 12 Venerdì calendario

ROMA – Decolla (insieme a un aumento del canone di oltre il 10%), la separazione funzionale della rete Telecom con una maggiore apertura ai concorrenti mentre va in archivio, per ora, quella societaria auspicata da Bruxelles e indicata dalle conclusioni della Commissione Valducci

ROMA – Decolla (insieme a un aumento del canone di oltre il 10%), la separazione funzionale della rete Telecom con una maggiore apertura ai concorrenti mentre va in archivio, per ora, quella societaria auspicata da Bruxelles e indicata dalle conclusioni della Commissione Valducci. Questo seconda soluzione potrà in futuro riguardare la nuova generazione per la quale il numero uno di Telecom Italia Franco Bernabè auspica un ruolo attivo della Cassa depositi e prestiti. «Guarderemo con attenzione ad ogni progetto industriale ha precisato l’amministratore delegato - ma non finanziario ». L’annuncio di questo "impegno" per una separazione funzionale, che dovrebbe evitare multe salate da parte di Bruxelles (ieri comunque la Commissione si è riservata una valutazione entro fine mese, ndr) è stato dato in tandem dal presidente dell’Authority per le Comunicazioni Corrado Calabrò e dallo stesso Bernabè che ha parlato di una «decisione storica». In sintesi, la divisione Telecom Open Access verrà potenziata, avrà una governance- comitato di vigilanza di 5 membri di cui 3 nominati dall’Authority, prevede un organismo per risolvere le controversie, dovrà trattare i concorrenti alla stessa stregua di Telecom. Sia Bernabè che Calabrò hanno precisato che il modello italiano si ispira a quello inglese Open Reach della British Telecom ma con «regole più all’avanguardia e una struttura molto meno costosa ». Il presidente dell’Authority si è complimentato con il manager di Telecom al quale ha riconosciuto «che le frizioni sono state svelenite grazie al suo tratto». Ma ieri i concorrenti, nei confronti dei quali Bernabè ha mostrato grande attenzione «perché sono anche nostri clienti», non hanno gradito. «Non conosciamo nei dettagli gli impegni - hanno commentato in Vodafone - ma nella prima versione erano già stati ritenuti insufficienti sia dal mercato che dalla politica, senza contare che non siamo mai stati coinvolti». Ieri il Garante ha anche dato il via libera, il primo dopo sei anni, a un atteso ritocco del canone Telecom per la rete fissa (con esclusione dei titolari della social card) da 12,14 a 13,40 euro. Calabrò, per anticipare eventuali critiche, ha voluto sottolineare che l’aumento «non rappresenta una contropartita, durante la trattativa non ne abbiamo mai messe sul tavolo». Per la società significa un introito annuo di oltre 160 milioni di euro. Ma né questo né gli impegni annunciati per la Open Access, che saranno operativi da gennaio, sono serviti per ridare ossigeno al titolo che in Borsa ha chiuso con un calo dell’1,84%. Forse ha pesato di più il downgrade dell’agenzia di rating Fitch all’indomani della presentazione del piano industriale 2009-2011. Secco il commento di Bernabè: « una decisione che riguarda loro, non ci sono altre agenzie di rating che si muovono in quella direzione». Corrado Calabrò (AgCom) e Franco Bernabè (Telecom) Roberto Bagnoli