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 2008  dicembre 10 Mercoledì calendario

A questo punto tanto vale far diventare la magistratura elettiva. Che se ne occupi la politica, sarebbe ora

A questo punto tanto vale far diventare la magistratura elettiva. Che se ne occupi la politica, sarebbe ora...». Nell’ufficio ovattato dalle antiche boiserie al terzo piano di palazzo di giustizia, il presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Grechi, la massima autorità giudiziaria in Lombardia, getta un sasso, anzi, un macigno nelle sempre agitatissime acque della giustizia. «Non vorrei spararla grossa», premette. Ma intanto prende la mira. «E non si dica che lo faccio perchè tra 6 mesi vado in pensione. Non è da oggi che sostengo queste cose» «Ho buttato lì un’idea che parte da lontano, almeno da quando sono entrato in magistratura: sono 60 anni che, tra alti e bassi, si assiste a uno stato di tensione perenne tra politica e magistratura. Una crisi perpetua che ormai ha portato la giustizia allo stremo delle forze. Cambiamo». E per Grechi il cambiamento sta nell’elezione diretta dei magistrati. «Non mi sembra una bestemmia, la nostra Costituzione già lo prevede per i giudici onorari». Sa bene che le polemiche non mancheranno. «Ognuno può pensarla come vuole. Ma in questa situazione non possiamo più stare». E le riforme di cui si parla in questi giorni? «Delle riforme che vengono proposte non posso pensare nulla perchè ancora non si è visto nulla e poi non è mio costume commentare iniziative del governo o del Parlamento». In compenso Grechi propone la rivoluzione. «Dico soltanto che a questo punto la politica dovrebbe prendere in seria considerazione anche l’elezione dei magistrati. Lo fanno già negli Stati Uniti, in Svizzera, in Canada e non mi sembra che da loro la giustizia funzioni peggio che da noi. Anzi...». Funziona meglio? «Funziona. Meglio di noi del resto fanno persino l’Albania o la Nigeria. Ho qui sulla mia scrivania il rapporto appena arrivato della Banca Mondiale che ha preso in considerazione il funzionamento della giustizia civile in 181 Paesi del mondo, praticamente una ricerca su scala planetaria. L’Italia si piazza al 156esimo posto, cioè praticamente in fondo alla classifica, siamo dietro a Paesi che consideriamo del terzo mondo. La paralisi in Italia è a un punto tale che la stessa banca Mondiale sconsiglia investimenti alle grandi industrie perchè da noi non è più possibile ottenere giustizia». Così, dopo aver lanciato per anni allarmi sempre più drammatici sullo stato comatoso della giustizia, Grechi si è deciso a fare un passo drastico. Perchè? «Sulla carta abbiamo il sistema giudiziario migliore del mondo. Nella pratica i risultati peggiori. Non è difficile capire che qualcosa non va. Credo che il grande sogno di Calamandrei che prevedeva una magistratura impiegatizia, dotata di grandi garanzie, e che lui riuscì a tradurre nella carta costituzionale pur con vari dissensi, oggi non regga più. Non voglio dire di chi è la colpa. Ma quanto sta succedendo parla da sè. Bisogna prenderne atto e cambiare». Lui sostiene di non avere un progetto: «Non ho studiato ipotesi e non sono nemmeno convinto del tutto che questa idea sia la soluzione, ma non vedo perché arrivati a questo punto, cioè alla bancarotta della giustizia, non si possa immaginare qualcosa del genere. Perché stare a lavorare per separare il Csm, per riformare il ruolo del pm o chissà che altro? Si abbia il coraggio di cambiare radicalmente. Non dicono di voler fare una sessione sulla giustizia? Che colgano la palla al balzo ma basta con questa agonia». Rimane il rischio di una maggiore politicizzazione della magistratura. «Al punto in cui siamo mi sembra che i magistrati in Italia già da tempo non vengano più ritenuti terzi o imparziali. Lo dissi già ai tempi di Mani Pulite, quando ero segretario al Csm, nel pieno delle polemiche: ma perché la classe politica non si elegge i magistrati?». Stampa Articolo