Massimo Gramellini, La Stampa 10/12/2008, 10 dicembre 2008
Vorrei capire perché il bacio fra i due gay di «Brokeback Mountain», censurato nella versione televisiva trasmessa in Italia dalla Rai, dovrebbe urtare la nostra sensibilità assai più delle scene esplicite di sesso etero e di violenza sanguinolenta presenti nel medesimo film e andate regolarmente in onda
Vorrei capire perché il bacio fra i due gay di «Brokeback Mountain», censurato nella versione televisiva trasmessa in Italia dalla Rai, dovrebbe urtare la nostra sensibilità assai più delle scene esplicite di sesso etero e di violenza sanguinolenta presenti nel medesimo film e andate regolarmente in onda. Vorrei che qualcuno mi spiegasse perché un’effusione a fior di labbra fra maschio e maschio dovrebbe turbare la prole, mentre a qualsiasi ora del giorno la medesima prole può venire impunemente turbata da morti ammazzati, mangiatori di cacca, spargitori d’ansia, ambasciatori d’ignoranza, barzellette trucide, programmi stupidi, vestiti volgari, discorsi beceri, confessioni privatissime, sproloqui narcisistici, risse da bar, trame di Beautiful ed esposizioni prolungate di carne umana, per lo più rifatta. Vorrei sapere chi stabilisce la gerarchia dei miei pruriti, senza neppure valutarne il contesto. Come se il bacio romantico fra due cowboy in un film da premio Oscar fosse lo stesso bacio che due esibizionisti travestiti da cowboy si scambiano su un carro del Gay Pride, srotolando le lingue davanti alla telecamera. Esiste ancora un minimo criterio estetico per valutare cosa sia davvero offensivo per la decenza? O davvero abbiamo ridotto una materia così sensibile a una lista di argomenti proibiti, stilata sulla base di antichi tabù? Io i tabù li abolirei tutti, restaurando l’unico che è saltato: il comune senso del buon gusto. Ammesso che il buon gusto sia ancora così comune.