Elena Dusi, la Repubblica 9/12/2008, pagina 39, 9 dicembre 2008
la Repubblica, martedì 9 dicembre 2008 Nessuna strada può apparire uguale a chi la percorre tutti i giorni sovrap-pensiero o a chi a un determinato portone ha magari legato il suo cuore
la Repubblica, martedì 9 dicembre 2008 Nessuna strada può apparire uguale a chi la percorre tutti i giorni sovrap-pensiero o a chi a un determinato portone ha magari legato il suo cuore. A un turista appena arrivato in città e colpito dalla novità degli odori o a un uomo d´affari in ritardo per un appuntamento. Christian Nold, artista londinese di 32 anni, ha così deciso di prendere le mappe tradizionali e di rivoltarle da fuori a dentro. Nella sua particolare rivoluzione copernicana applicata alle cartine geografiche ha tolto i nomi delle strade e ha inserito le emozioni di chi le percorre. Abolito i monumenti e registrato i battiti del cuore di chi passa sotto a un arco o una finestra. Sono almeno due anni che Nold percorre le città del mondo facendo indossare a un centinaio di volontari il sensore usato per la macchina della verità: una fascia applicata a due dita della mano che percepisce la sudorazione ed è in grado di risalire al livello di attivazione emotiva di una persona. I collaboratori di Nold hanno il semplice compito di portare a spasso le loro emozioni, con la macchina della verità fra le dita, un navigatore Gps nella tasca e un taccuino dove annotare quel che li colpisce a ogni angolo di marciapiede. Le "mappe delle emozioni" sono finora state disegnate per Greenwich, San Francisco, Parigi e Stockport. E forse a pochi architetti farebbe piacere che non sono le loro creazioni ad attivare la sudorazione delle dita e scuotere la lancetta della "macchina della verità", bensì la paura per un incrocio trafficato, l´agitazione di dover rispondere alla domanda di uno sconosciuto, i ricordi evocati da un edificio in cui si è vissuta un´esperienza importante (o dove aveva lo studio il proprio dentista) o l´odore di un ristorante. Tutte le emozioni spuntate a fior di pelle, alla fine della camminata, vengono scaricate dall´apparecchio del poligrafo su un computer e associate sia ai dati di localizzazione del Gps che alle frasi appuntate sul taccuino. Tutti i dati, finiscono poi sulle schermate di Google Earth, a formare la mappa delle emozioni di una città in cui, al posto dei grattacieli, compaiono dei picchi di sensazioni. Il sistema di Biomapping escogitato da Nold, nonostante le tecnologie impiegate, non riesce a distinguere fra emozioni positive o negative, e sarebbe pressoché inutile senza il più antico di tutti i sistemi di registrazione: il taccuino. Ma quel che colpisce, leggendo gli appunti degli psico-cartografi a spasso per la città, è la normalità delle loro annotazioni, che di certo non finirebbero in nessun tipo di narrativa di viaggio. "Un gruppo di bambini gioca a pallone. Mi allontano perché ho paura che mi colpiscano" scrive un uomo alla scoperta di Parigi, laddove un altro non manca di notare "escrementi sul marciapiede" o "incrocio difficile da attraversare, devo fare all´italiana" (con il battito cardiaco che accelera all´improvviso). I sensori del poligrafo si accendono anche a Place de la République, ma non per la suggestione del luogo. Nel sabato di aprile in cui l´esperimento è stato condotto era in corso una dimostrazione pro-cinese di sostegno alle Olimpiadi che ha catturato l´attenzione dei protagonisti dell´esperimento. A San Francisco, nel quartiere un po´ bohémien di Mission District, un "esploratore urbano" registra sul taccuino "cerco di dare i calci ai piccioni" mentre poco distante un altro nota "una prostituta scende dall´auto di un cinese". A Greenwich solo un pugile che fa esercizi in una piazzola rompe la monotonia del paesaggio e a Stockport, vicino Manchester, sul taccuino non finisce niente di meglio che un sincero "mi annoio, vorrei tornare indietro". Elena Dusi