[1] Internazionale 773 [2] Marco del Corona, Corriere della Sera 3 dicembre [3] Giuliano Gallo, Corriere della Sera, 1 dicembre [4] Asia Times Online, 2 dicembre [5] Asia Times Online, 3 dicembre, 7 dicembre 2008
IN THAILANDIA ELEZIONI ANNULLATE PER VIA DEI BROGLI
Il 2 dicembre, una sentenza della Corte Costituzionale ha sciolto il governo e i partiti della maggioranza trovando fondata l’accusa di brogli elettorali alle scorse elezioni di marzo. La sentenza è arrivata sotto la pressione della Alleanza popolare per la Democrazia, la forza di opposizione che da agosto aveva mobilitato una diffusa protesta nel paese e a Bangkok aveva cinto d’assedio la sede dell’esecutivo e del premier Somchai Wongsawat, ritenuto un mero prestanome del cognato Thaksin Shinawatra. Questi, magnate delle telecomunicazioni, è un protagonista della vita politica thailandese dal 2001, quando fu eletto primo ministro grazie a una campagna populista che gli guadagnò i voti delle aree rurali depresse. Costantemente accompagnato da critiche e inchieste giudiziarie per il suo conflitto d’interessi, venne deposto dal golpe militare dell’autunno 2006 ed è da allora in esilio, raggiunto da procedimenti giudiziari per corruzione, abuso di potere e frode fiscale. [1]
Nell’ultima settimana prima della sentenza, i dimostranti avevano occupato gli aereoporti internazionali della capitale, causando gravi disagi a circa 250000 turisti stranieri. [2] Molti turisti italiani, tra gli altri, hanno dovuto intraprendere estenuanti viaggi verso gli aereoporti nel nord del paese per essere rimpatriati da voli straordinari. Quattro i turisti morti in incidenti stradali causati dalla fretta e dalla confusione. All’inizio di quella che è l’alta stagione per il turismo thailandese, le perdite sono calcolate in 4,2 miliardi di dollari, e aggraveranno la recessione economica nel paese. [3]
L’anziano sovrano, Bhumibol Adulaydej, si è espresso nei giorni prima della sentenza in un incoraggiamento ai giudici che è parso come la sanzione regale alla soluzione per via legale della crisi politica. Le forze di opposizione, del resto, portano nei loro simboli i colori giallo e verde della casa reale da quando il re giudicò negativamente la figura di Shinawatra. [4] Alla notizia della sentenza, i capi dell’opposizione hanno salutato la vittoria di una "politica popolare" e indetto festeggiamenti. Hanno inoltre fatto notare la disciplina dei manifestanti, che si sono astenuti dal saccheggiare e danneggiare i negozi negli aereoporti, e hanno annunciato l’intenzione di riprendere la protesta se venisse eletto un altro governo fantoccio o se venissero passate leggi per amnistiare una fazione politica o diminuire i poteri del re. I sostenitori del governo, mobilitatisi anch’essi sotto la bandiera del Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura, denunciano l’alleanza antidemocratica tra opposizione, magistratura ed esercito e minacciano disordini dopo l’8 dicembre. [5]