Roberto Mania, la Repubblica 6/12/2008, 6 dicembre 2008
ROMA - Natale in cassa integrazione per oltre 360 mila lavoratori. La crisi si sta allargando a macchia d´olio in tutto il sistema produttivo: gli ultimi dati della Cgil dicono che sono intorno alle 10 mila le imprese dell´industria, dei servizi e dell´artigianato che stanno riducendo l´attività
ROMA - Natale in cassa integrazione per oltre 360 mila lavoratori. La crisi si sta allargando a macchia d´olio in tutto il sistema produttivo: gli ultimi dati della Cgil dicono che sono intorno alle 10 mila le imprese dell´industria, dei servizi e dell´artigianato che stanno riducendo l´attività. Quasi il 5 per cento dei 7-7,6 milioni di lavoratori che hanno diritto alla cassa integrazione ha ricevuto negli ultimi 11 mesi un sostegno al reddito. Per tutti questi non più di 800 euro al mese. E nel dossier della Cgil non sono calcolati i lavoratori precari (non meno di 2,3 milioni), tra contratti a termine e collaboratori. Le Agenzie per l´impiego segnalano un crollo tra il 30-35 per cento i contratti di lavoro somministrato. A indicare la gravità della crisi c´è un dato, più che altri: dal 15 dicembre al 10 gennaio, praticamente un mese, la Fiat sospenderà la produzione, mettendo in cassa integrazione 58 mila persone e facendo ricorso a tutte le ferie arretrate. Ma la recessione si può vedere anche da un altro punto di vista: quello del consumo di energia. Questo è un dato sicuro, non una stima. Bene, a novembre - secondo Terna, la società che gestisce la rete elettrica, i consumi elettrici sono crollati del 6,3 per cento rispetto allo stesso mese del 2007. Si ferma la produzione perché la domanda è in caduta libera. Senza, tuttavia, che ci sia un rischio sul versante dei conti pubblici. Ieri è intervenuto pure Lorenzo Bini-Smaghi del board dell Bce definendo «assolutamente inconsistenti e privi di fondamento» gli allarmi sul pericolo default per lo Stato italiano. Per sostenere la domanda, però, il decreto anti-crisi, che inizierà il suo cammino parlamentare martedì in Commissione Bilancio della Camera, prevede misure solo per la fasce più povere della popolazione. Ora si scommette molto su un´eventuale proroga della rottamazione per l´auto. La Francia si è già mossa con un incentivo di mille euro a favore di chi acquista una vettura poco inquinante. Il governo italiano non ha ancora scoperto le carte e, d´altra parte, se dovesse decidere di muoversi non lo annuncerà prima per evitare il blocco totale del mercato, già sceso di quasi il 30 per cento. Gli incentivi al rinnovo del parco automobilistico dovrebbero essere neutri dal punto di vista fiscale perché ciò che si perde è destinato ad essere recuperato con l´acquisto delle vetture ecologiche. In vista anche una retromarcia totale del governo sul bonus fiscale del 55 per cento a sostegno dei lavori finalizzati al risparmio energetico. Il ministro dell´Economia, Giulio Tremonti, ha dapprima annunciato che la retroattività sarebbe stata cancellata, poi si è detto pronto a togliere anche il meccanismo del silenzio-diniego, ora - con il pressing in atto soprattutto da parte delle piccole imprese - non sembra intenzionato a ingaggiare un braccio di ferro con il ministro dell´Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che ha già presentato un emendamento per ripristinare lo sconto automatico. D´altra parte - anche in questo caso - si ritiene che ciò che si perde con il bonus si dovrebbe recuperare proprio con l´aumento dei lavori di ristrutturazione ecologica.