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 2008  dicembre 06 Sabato calendario

MILANO

Telco corre ai ripari e per difendere l’investimento in Telecom ha chiesto ai soci un impegno a dotare la cassaforte di nuove risorse per 250 milioni. Con il titolo del gruppo telefonico che ha ripreso a oscillare attorno alla soglia di 1 euro, potrebbe essere necessario infatti integrare i pegni con le banche creditrici, esposte per 3,2 miliardi. Per ora il rischio non c’è, ma in previsione si è voluta mettere comunque al sicuro.

 una misura «cautelativa ». Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali si sono impegnate a versare i nuovi capitali qualora fossero necessario. Dalla partita si è chiamata fuori Benetton, azionista di Telco con l’8%, che ha fatto sapere di avere al momento altre priorità, tra cui l’investimento in Cai. Non è chiaro se parteciperà Telefonica. La prima bozza dell’operazione prevedeva infatti la partecipazione al prestito dei soli soci italiani con azioni Telco di categoria A, che gli spagnoli non possiedono.

Le nuove risorse si renderebbero necessarie se per un mese il titolo Telecom dovesse trovarsi sotto la soglia di 0,85 euro. In questo caso scatterebbe il reintegro dei pegni alle quali i soci, avendo già impegnato il 24,5% di Telecom conferito a Telco, farebbero fronte in contanti acquistando altre azioni da dare in pegno o liquidando parte dei finanziamenti.
Telco ha ereditato da Olimpia circa 3,2 miliardi di linee di credito, con UniCredit, Intesa, Jp Morgan, Morgan Stanley, SocGen, Calyon e Montepaschi. Le quali nei mesi scorsi hanno già chiesto il reintegro delle garanzie. La disponibilità a versare altri 250 milioni sarebbe anche un segnale nei loro confronti, per rassicurarli sull’impegno dei soci stabili.

I quali al momento non avranno altri partner. La Libyan Investment Authority, contattata per entrare in Telecom e portare risorse fresche, si è defilata. Ieri il ministro delle Esteri, Franco Frattini, ci ha messo definitivamente una pietra sopra spiegando che al momento dalla Libia non c’è un interesse concreto per Telecom. Nel frattempo la compagnia telefonica va avanti con i suoi programmi, e ieri ha inviato all’AgCom le modifiche al documento sugli impegni per l’apertura della rete assunti da Open Access, che Corrado Calabrò ha chiesto di integrare in vista del consiglio dell’Authority che l’11 dicembre dovrà deliberare in merito alla separazione funzionale proposta da Telecom.


Federico De Rosa