Gianluca Nicoletti, La Stampa 4/12/2008, 4 dicembre 2008
Silvio Berlusconi annuncia un’iniziativa tutta italiana per regolare il web e qualcuno mette già le mani avanti
Silvio Berlusconi annuncia un’iniziativa tutta italiana per regolare il web e qualcuno mette già le mani avanti. «A gennaio l’Italia presiederà il G8. In quell’occasione porteremo al tavolo dei Grandi una proposta di regolamentazione di Internet, visto che manca in questo settore una regolamentazione uniforme». Al momento, secondo fonti di governo, non ci sarebbe una proposta precisa ma solamente la volontà di sottoporre la questione al vaglio dei Grandi, posto che «un fenomeno globale come la rete web non può che essere discusso a livello globale». E’ così che sulle parole del presidente del Consiglio inizia il giro delle interpretazioni e delle ipotesi. Nel contesto ufficiale in cui è stata espressa, la frase è stata intesa come corollario alla soddisfazione del premier per lavoro svolto dal polo tecnologico delle Poste che in quel momento stava visitando, ma al contrario nella rete italiana quella dichiarazione è diventata un caso. E’ stata sicuramente il pretesto per aggiungere un motivo «fresco» allo sciopero Internet che per oggi era stato già da tempo programmato dal gruppo «Netizen clandestino». Una protesta cavalcata da Gianfranco Mascia, il coordinatore dei «Comitati BoBi BOicotta il Biscione», che dovrebbe provocare un oscuramento di massa con una pagina nera sui siti di quanti vi hanno aderito. Il principale motivo per cui tutto si è mosso era in realtà precedente alla dichiarazione del Cavaliere. La sollevazione era nata attorno allo slogan «Salva i blog! No al DDL Levi n.1269!», ciò che maggiormente preoccupava gli scioperanti era infatti il progetto di legge dell’on. Ricardo Franco Levi (Pd), attualmente in discussione alla VII commissione cultura della Camera. La paura è che questo potrebbe obbligare molti blog e siti che fanno «attività editoriale» ad iscriversi al registro dei comunicatori, con la possibilità di essere così perseguiti per i reati a mezzo stampa. Più probabile che Berlusconi punti ad altro, ovvero a difendere quella parte dell’industria nazionale danneggiata dal peer-to-peer, ovvero lo scambio di musica e film illegalmente riprodotti. Questo sarebbe anche in linea con il progetto del presidente Sarkozy, che vorrebbe una legge molto severa per la protezione della proprietà intellettuale su Internet. All’Authority di regolazione nazionale delle telecomunicazioni secondo il presidente francese dovrebbe essere attribuito il potere di monitorare il traffico via Internet, ma soprattutto sanzionare con il «taglio dalla rete» i pirati scaricatori recidivi. «In linea di principio non può essere negato il diritto soggettivo dei cittadini di accedere alla rete - commenta in proposito Andrea Rossetti, docente di Informatica Giuridica alla Bicocca di Milano - per di più anche gli Internet server provider in Italia non possono già per legge (decreto legislativo 70 del 2003) essere responsabilizzati sui contenuti pubblicati». Anche il Parlamento Europeo aveva proposto una legge chiamata «emendamento 138» che negava ogni forma restrizione alle libertà degli utenti, però al momento, per probabile effetto della presidenza francese, proprio quell’emendamento è stato soppresso. Almeno questa è l’ipotesi del deputato Guy Bono, autore dell’emendamento 138 unitamente al collega Daniel Cohn-Bendit. «Nel caso il premier dovrebbe considerare anche l’impegno economico che comporta l’ attività di controllo - prosegue Rossetti - non so quanti Internet server provider in Italia sarebbero contenti di accollarsi i costi non indifferenti di dover fare i poliziotti dei loro utenti». Stampa Articolo