Enrico Franmceschini la Repubblica 4/12/2008, 4 dicembre 2008
CON INTERVISTA FINALE ALL’ESPERTO
dal nostro corrispondente
Anche le formiche, nel loro piccolo, possono fare dei danni. Specie se sono tante. E in particolare se sono cento volte più numerose del normale. La nazione che ha resistito al "blitz" di Hitler, il popolo simboleggiato dallo "stiff upper lip", capace di stringere i denti e comportarsi come nulla fosse in qualsiasi frangente, trema davanti alla minaccia di un´invasione da parte di una specie aliena. Ha un nome indigesto, tanto per cominciare: Lasius neglectus. E si cela scaltramente, come i mostri più pericolosi, sotto sembianze in apparenza innocue: ha lo stesso aspetto, infatti, della comunissima formica nera. Eppure è una "super ant", si allarma il Daily Telegraph di Londra: una super formica, in grado di provocare disastri nel luogo più amato dai sudditi di sua Maestà britannica. No, non al pub, bensì nei giardini. I magnifici giardini inglesi, da Kensington Garden al pezzetto di terra nel cortile di casa, dove si coltiva la passione per il "pollice verde". L´invasione delle formiche straniere, scrive il quotidiano londinese, potrebbe risultare una rovina per prati, aiuole e piante. Non solo: il loro sbarco nel Regno Unito rischia di spazzare via le formiche inglesi, il cui danno al giardinaggio è in proporzione assai minore. Da dove venga esattamente, il famelico esercito di minuscoli forestieri, non è chiaro. Secondo una ricerca finanziata dall´Unione Europea e pubblicata dalla rivista scientifica online Bcm Biology, si tratta di una specie euroasiatica, originaria della regione del mar Nero. I primi esemplari sono stati individuati nel 1990 a Budapest: da allora, il Lasius Neglectus ha marciato trionfalmente attraverso l´Europa, fino ad arrivare al canale della Manica e ad attraversarlo, minacciando anche la verde Inghilterra. I ricercatori hanno localizzato colonie di "super formiche" in quattordici località da un capo all´altro d´Europa, da Varsavia in Polonia sino a Bayramic in Turchia, così come in Belgio, Francia, Spagna, Germania e anche in Italia. La diffusione iniziale è probabilmente imputabile a un´involontaria introduzione da parte dell´uomo, che magari l´ha portata con sé, dentro uno zaino o a bordo di un´automobile, di ritorno da un viaggio nel mar Nero. Ed è verosimile che in modo analogo, sfruttando un "passaggio", la micidiale formichina sia arrivata in Gran Bretagna - non risultando tra i suoi superpoteri anche quello di nuotare. Di poteri particolari, scherzi a parte, ne ha in abbondanza. Prospera in ambienti urbani, anziché in habitat naturali. Tende ad essere molto aggressiva nei confronti delle specie native, sterminando gli insetti e perfino i ragni che incontra sul suo cammino. Riesce a sopravvivere sottozero perciò il suo raggio d´azione potrebbe potenzialmente estendersi dal Giappone fino alle Highlands della Scozia. Crea formicai da dieci a cento volte più grandi della norma: la regina, che non può volare, resta sempre sottoterra, dove intrattiene una vorace vita sessuale. un tipaccio, insomma, in cui sarebbe consigliabile non imbattersi. L´Europa, conclude il rapporto dei ricercatori, è stata attraversata altre volte da insetti invasivi di ogni genere, ma a quanto pare mai da una specie pestifera come questa. «L´Inghilterra vince sempre almeno una battaglia», sosteneva Churchill: «l´ultima». Vedremo se vincerà anche questa, e se così facendo salverà l´Europa. Nel frattempo, se incontrate Lasius Neglectus, occhio ai fiori sul davanzale.
Si chiamano animali sinantropici, sono quelli che vivono insieme agli uomini, occupando gli stessi spazi. Tra i sinantropici ci sono formiche, scarafaggi, topi e altre specie che tentiamo di scacciare in tutti i modi. L´etologo Emanuele Coco, al contrario, ha scritto un libro - Ospiti ingrati. Come convivere con gli animali sinantropici, editore Nottetempo - per spiegare come sia consigliabile imparare a convivere con questi coinquilini fastidiosi, piuttosto che cercare di liberarsene ad ogni costo.
Professor Coco, crede si possa convivere anche con i formicai enormi della Lasius neglectus?
«La convivenza è difficile, ma nessun animale è completamente dannoso. Il lato positivo di queste formiche è che funzionano da indicatore biologico comportamentale. proprio la conclusione del mio libro: specie come questa ci portano un messaggio, ci avvertono che stiamo facendo molti pasticci nei nostri ecosistemi».
Se ci invadono è perché facciamo in modo che resti spazio per loro?
«Sì. Un sistema biologico si fonda su numerosi nodi e intrecci, più alto è il numero di questi nodi funzionali, più capacità ha il sistema di autoregolamentarsi. In altre parole: più un sistema biologico è complesso e più possibilità ha di difendersi. Noi stiamo semplificando troppo i nostri sistemi, uccidiamo o escludiamo piante e animali funzionali per mantenere l´equilibrio nei nostri campi e nei nostri giardini, così quando arrivano altre specie trovano la strada spianata per insediarsi e diventare dominanti. L´unico modo per arginare la sovrabbondanza di una specie rispetto a un´altra, e mi riferisco sia alla fauna che alla flora, è fare in modo che ci sia sempre diversità. Se la formica Lasius neglectus avesse trovato al suo arrivo un ecosistema complesso e variato sarebbe stata arginata naturalmente. Invece adesso si useranno veleni che comprometteranno ancora di più la situazione».