Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  dicembre 04 Giovedì calendario

MASSIMO LUGLI

ROMA - Vivevano in due baracche fatiscenti nel campo nomadi del Casilino 900, il più grande d´Europa, ma avevano un patrimonio da industriali: 2 milioni e mezzo di movimenti bancari nel giro di 3 anni. Soldi in contante che arrivavano in banca nei sacchi dell´immondizia, nascosti sotto le lunghe gonne delle donne nomadi.
E´ scattata ieri mattina all´alba l´operazione "Novecento": un blitz nell´accampamento sulla Casilina salutato dal plauso del sindaco Alemanno e della giunta capitolina di destra che da tempo si batte per il trasferimento di gran parte degli 800 rom che ci abitano. Un milione di euro sequestrati tra conti correnti (ben ventisei in tutto, sparpagliati in vari istituti di credito ma soprattutto in una banca toscana), due appartamenti a Nettuno e in provincia di Rovigo, gioielli, polizze vita e undici auto di lusso, con una spiccata predilezione per i Suv. Nel mirino quattro nomadi slavi, residenti in Italia da anni e con qualche piccolo precedente penale: un uomo, di 60 anni, S. P. e tre sorelle F.S., A.S. e A.H. di 32, 33 e 39 anni. Il sequestro dei beni è stato disposto dalla direzione distrettuale antimafia della capitale per un´indagine scattata nel 2007, quando una delle banche aveva segnalato movimenti sospetti di denaro contante, fino a 300 mila euro in una sola operazione. «Nessun input politico, è un´indagine lunga e complessa con pedinamenti e intercettazioni telefoniche che ha individuato alcuni personaggi sospetti» spiega il colonnello Massimiliano Macilenti, del Ros. I quattro nomadi saranno proposti per una misura cautelare nei prossimi giorni ma, per ora, non sono accusati di alcun reato. Nessuno di loro lavora, nessuno ha mai presentato una denuncia dei redditi. Top secret assoluto sul modo in cui sarebbe stato accumulato il patrimonio ma è probabile che i quattro slavi fossero solo prestanome di qualcun altro. O, magari, riciclatori di professione. Nessun legame evidente con alcune note famiglie di rom legate alla mala stanziale.
«Questa indagine getta una luce inquietante sulla situazione del campo - commenta Gianni Alemanno - ci impegneremo per lo spostamento del Casilino 900». Sullo stesso tenore i commenti che arrivano da tutto il centrodestra capitolino: molti esponenti del Pdl invocano azioni analoghe in altri campi semiabusivi. «I carabinieri sono arrivati all´alba, assieme alle telecamere - accusano i responsabili del Casilino 900 - si tratta di un´operazione mediatica per preparare lo sgombero del campo e, forse, nuove edificazioni in un terreno che fa gola».