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 2008  dicembre 04 Giovedì calendario

ROMA – «I

reality? Quelli dove la gente mangia con le mani o si fa sorprendere al gabinetto quando va a fare la c...? voyeurismo stile Auschwitz, gusto sadico dell’umiliazione dell’individuo, per vedere l’effetto che fa». Comincia dall’«Isola dei famosi» la requisitoria di Anna Marchesini sulla mala-tv di oggi: «Non credo che, finché la gente guarda un certo programma, questo abbia ragione di esistere: gli spettatori "sani" vedrebbero volentieri dell’altro ».
Attrice di teatro, prestata alla televisione per parecchi anni di grandi successi con il Trio, poi tornata in teatro dove, il 16 dicembre all’Eliseo, debutta con «Giorni felici» di Samuel Beckett: protagonista, nel ruolo della mitica Winnie, e regista. categorica: «L’unica rete su cui mi sintonizzo è Raitre, dove seguo solo "Report". Certo, tra una pubblicità e l’altra, sbircio qualcos’altro e non è un bel vedere ». Neanche nella satira, genere molto frequentato dal Trio? «Solenghi, Lopez e io apparteniamo a una generazione di attori che viene dal teatro. Abbiamo applicato alla tv le regole del palcoscenico: copione scritto, preparazione meticolosa, non esagerare con i tormentoni. Oggi il percorso è inverso: i comici nascono in tv e poi, semmai, vanno in teatro; buttano lì battute a casaccio, qualche spernacchiata e, con i tormentoni, ci campano a vita. la comicità del mordi e fuggi». Dunque, la satira non è in buona salute? «Ci sono ancora dei bravi attori, come Sabina e Corrado Guzzanti. Per il resto, vedo miei cloni». Cioè? «Ci sono attrici che imitano certi miei modi di gesticolare, di fare le facce, le parodie...». E di Paola Cortellesi in crisi di ascolti? « l’equivoco in cui cade l’attore comico, condurre un proprio show: prendersi la responsabilità del "signore e signori buona sera", annacqua la forza espressiva ». Crisi di ascolti, però, c’è stata nel marzo scorso anche per il ritorno del Trio su Raiuno, definito uno «show-nostalgia ». Ammette: «Noi volevamo fosse una festa». il genere del varietà che non funziona più? «La formula in stile "serata d’onore" è datata». Allude a Baudo? «Baudo è un grande professionista, ma il sistema è tutto un déjà vu. Tutti si copiano l’uno con l’altro. E poi sono pochi i personaggi che possano fare gli ospiti delle serate d’onore. O ti accontenti di attori e attrici, che fanno anche la pubblicità ai divani e alle tinte di capelli, oppure ti ritrovi i Giannini e le Sandrelli che leggono la poesia, che è poi sempre la stessa. La categoria è declassata, è diventato il festival del presenzialismo ». Gli opinionisti di mestiere? «Quello è un problema di reddito: fanno gli ospiti fissi per questo. Lo spettatore assiste al mercatino dell’usato oppure al cimitero degli elefanti di "Prima Porta", pardon, "Porta a Porta"».
Dei programmi vincenti di Maria De Filippi che ne pensa? «Può scrivere che, a questo punto, è caduta la linea e non ha avuto risposta?». L’ultima fiction che ha «sbirciato»?: «"Einstein", ma quando ho visto quello spilungone che lo impersonava (Vincenzo Amato ndr)
non c’ho creduto più: Einstein non era basso?». Le piacerebbe recitare in uno sceneggiato? «Per carità! Vedi gente vestita con le crinoline e le parruccazze dell’800, che cammina a gambe larghe come in un centro commerciale. La dizione è zero e non capisci quello che dicono: a volte penso di essere diventata sorda». Anna Marchesini si rifugia nel teatro, per fuggire dalla tv? «Ora penso alla mia Winnie, una donna inghiottita nel terreno fino al collo: è la portavoce di un’umanità sfinita e disfatta ». Cosa direbbe Winnie davanti alla tv di oggi? «Per favore, dicono dalle mie parti, non confondiamo Cristo con la puzza dei piedi!».
Emilia Costantini