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 2008  dicembre 04 Giovedì calendario

DAL NOSTRO INVIATO

FIRENZE – Erano passate da poco le 21, il sindaco Leonardo Domenici si è infilato nell’auto parcheggiata nel cortile della Procura, l’autista ha dato un colpo d’acceleratore e lo ha portato via, nella notte gelida. Era entrato alle 17, aveva chiesto lui di parlare con i magistrati di questa inchiesta che sta mandando all’aria il Partito democratico fiorentino, che addirittura, a giugno, rischia di consegnare la città al centro destra. Un assessore Pd, Biagi, si è già dimesso. Un altro, Cioni, detto «lo sceriffo» per le sue note battaglie contro i lavavetri, combatte come un toro per non dimettersi. E ieri sera ha mollato anche Alberto Formigli, capogruppo del Pd in consiglio comunale, finito in un’indagine sui lavori assegnati a una società da lui fondata.
L’inchiesta-madre riguarda i progetti edilizi per l’area di Castello, 170 ettari vicino all’uscita Firenze Nord. Area della Fondiaria-Sai di Ligresti, dove dovrebbero sorgere 700 appartamenti, negozi, alberghi, uffici della Regione e della Provincia, un enorme parco (80 ettari). Indagati per corruzione, Ligresti e i due assessori Biagi e Cioni.
Più di quattro ore sono servite al sindaco, ieri sera, per raccontare al procuratore Quattrocchi e ai tre pm che il Comune non ha favorito Ligresti nella cessione delle aree, nell’assegnazione dei lavori. Ha parlato di norme urbanistiche, di oneri di urbanizzazione, di concessione delle licenze. Capitolo a parte, quello sullo stadio, per il quale Domenici si è particolarmente battuto. Il nuovo stadio della Fiorentina di Della Valle, la grande opera che il sindaco, tifosissimo, voleva lasciare alla città dopo dieci anni di governo da piazza della Signoria. Ci sono agli atti dell’inchiesta le intercettazioni in cui si parla degli incontri di Domenici con Ligresti e Della Valle e degli accordi con Biagi per ridurre il parco e far posto allo stadio («...non voglio dar ragione a Della Valle... ma perché quel parco mi fa cagare da sempre... è chiaro?»).
Sullo stadio la giunta presentò un emendamento che correggeva il piano strutturale di Firenze. Dopo il tornado giudiziario, Domenici ha preso anche l’assessorato all’urbanistica di Biagi e ha sospeso tutto, «per studiare le carte ». Lunedì sera in consiglio comunale è stata presentata una mozione per chiedere proprio il blocco del piano e la cancellazione dello stadio. Risultato: un pezzo della maggioranza (Sinistra e Socialisti) ha votato sì assieme all’opposizione. E il Pd? Compatti, i 17 consiglieri hanno votato no, apparentemente contro il loro sindaco.
Ieri notte, mentre il sindaco tornava a casa, il suo partito si dilaniava in periferia, alla Casa del popolo di San Bartolo a Cintoia. Qui è stata letta la lettera di dimissioni di Formigli. Ma il vero, prepotente, protagonista della serata era l’assessore Cioni. Lo «sceriffo» è in corsa per le primarie Pd che a febbraio dovranno designare il candidato sindaco 2009. Il segretario regionale Manciulli e il segretario cittadino Billi spingono da giorni Cioni a lasciare. Billi minaccia di dimettersi (anche lui), Manciulli di annullare le primarie.
In un’intercettazione Cioni dice a una collega assessore che Veltroni e Domenici «tifano » per un altro candidato, Lapo Pistelli: «Ora mi vuole parlare Veltroni: o ci vado perché mi dica che non sono più le primarie che decidono... e glielo dico sul viso: "Oh, biondino non mi convinci più"». Cioni ieri sera ha detto: «Se mi volete seppellire mi dovete seppellire vivo!». Se lo spingeranno a forza, promette una lista civica.
Andrea Garibaldi