Maria Teresa Meli,, Corriere della Sera 4/12/2008, 4 dicembre 2008
ROMA – Walter Veltroni ha deciso di non temporeggiare e martedì il coordinamento del Pd incontrerà a Roma Antonio Bassolino, Rosa Russo Iervolino e una delegazione di parlamentari campani
ROMA – Walter Veltroni ha deciso di non temporeggiare e martedì il coordinamento del Pd incontrerà a Roma Antonio Bassolino, Rosa Russo Iervolino e una delegazione di parlamentari campani. Al di là delle frasi di rito e delle smentite diplomatiche, Veltroni sa che il suo partito sta per essere investito dalla questione morale. Il leader nulla c’entra, ma proprio per questo non vuole che vicende altrui possano incidere negativamente sul Pd. Per questa ragione, con i dovuti accorgimenti ma con altrettanta fermezza, è già stato chiesto a Bassolino di lasciare il posto di governatore della Campania. Possibilmente entro Natale, in modo tale che nella regione si vada a votare nel turno delle amministrative del 2009. Meglio andarsene via adesso (con la buonuscita di una candidatura alle europee), piuttosto che nel pieno di una bufera giudiziaria, è stato il succo del ragionamento fatto al presidente della regione. E anche al sindaco di Napoli è stato chiesto un passo: il rimpasto della giunta. Che la situazione da quelle parti sia grave lo dimostrano le parole di ieri di Di Pietro. Lontano dai taccuini dei giornalisti e dai riflettori, il leader dell’Italia dei Valori è stato esplicito: «Stanno arrivando proprio in queste ore notizie di reati, di intercettazioni, di gestioni di malaffare, insomma un puttanaio». Dunque, il «caso Campania» sta per scoppiare in tutta la sua virulenza e Veltroni non ha intenzione alcuna di farsi mettere in mezzo in storie che riguardano dirigenti del Pd certamente non a lui vicini. Così già l’altro ieri, dopo un colloquio con il numero uno del Pd provinciale di Napoli, quel Luigi Nicolais che è in pessimi rapporti con Antonio Bassolino, il segretario ha capito che bisognava fare qualcosa. Del resto Nicolais è stato molto chiaro: «Io sono pronto a dimettermi perché non si può più andare avanti così e io non posso più coprire "quello"». La situazione dipinta dall’ex ministro della Funzione pubblica del governo Prodi ha impressionato Veltroni che proprio per questo ha chiesto a Nicolais di rimanere al suo posto. Nel frattempo, il Pd prepara le contromosse. Certo, i dirigenti di Roma non potranno imporre le dimissioni a Bassolino, ma potranno fare opera di persuasione nei suoi confronti, tanto più che il governatore della Campania, a quanto pare, non è più difeso da Massimo D’Alema. E, comunque, come spiegava ieri un autorevole dirigente assai vicino al segretario, è stato Bassolino stesso ad «annunciare in campagna elettorale che se ne sarebbe andato una volta chiusa l’emergenza rifiuti». Ciò detto, dentro il Pd non ci si nasconde il fatto che i fronti aperti sono anche altri, come quello fiorentino. Però è la Campania il vero caso. E nasconderlo alla fine non gioverebbe a niente. Di questo si sono convinti molti veltroniani, anche se il segretario, com’è nel suo stile, distilla prudenza e diplomazia, almeno all’esterno. Ma quali possono essere le ricadute della vicenda campana sul Pd? Quanto possono nuocere a Veltroni? C’è chi è convinto che in fondo non siano troppo controproducenti per il leader. La pensa così Gigi Meduri, ex sottosegretario di Di Pietro, che incrociando il Tonino infuriato lo apostrofa così: «Guarda che con queste tue dichiarazioni sulla questione morale e il Partito Democratico non attacchi Veltroni ma D’Alema perché quelli coinvolti sono quasi tutti vicini a lui...». Maria Teresa Meli