Enrico Franceschini, la Repubblica 3/12/2008, 3 dicembre 2008
dal nostro corrispondente Tutti hanno sentito parlare delle Galapagos, le isole dell´oceano Atlantico dove Charles Darwin studiò un´incredibile quantità di specie animali e sviluppò la teoria dell´evoluzione
dal nostro corrispondente Tutti hanno sentito parlare delle Galapagos, le isole dell´oceano Atlantico dove Charles Darwin studiò un´incredibile quantità di specie animali e sviluppò la teoria dell´evoluzione. Viceversa, nessuno o quasi finora aveva sentito nominare le isole Orcadi del Sud. Eppure una spedizione scientifica britannica ha scoperto che questo arcipelago situato 350 chilometri a nord-est dell´Antartico ospita una fauna più numerosa di quella delle Galapagos. Oltre a tracciare il primo censimento completo del mondo animale in una delle regioni più remote del globo, e a raccogliere dati di fondamentale importanza per comprendere le conseguenze del cambiamento climatico in un´area che ha subito lo sbalzo di temperatura più rilevante, gli esploratori del Regno Unito hanno così capovolto un´opinione dominante: quella che la natura abbia una vita più ricca ai Tropici che ai Poli. vero invece il contrario. Le Orcadi del Sud non sono in assoluto il luogo con il maggior numero di specie animali sulla faccia del nostro pianeta, ce ne sono di più ad esempio alle Hawaii, ai Caraibi e alle Canarie. Ma in generale l´Antartico, con le sue distese di ghiaccio e il suo proverbiale freddo «polare», risulta più popolato della rigogliosa giungla tropicale. Il censimento delle specie che popolano le Orcadi del Sud, naturalmente, ne comprende parecchie che non s´incontrano allo zoo: vermi, crostacei, molluschi. Ma anche una miriade di pesci, mammiferi marini, uccelli. In tutto, gli scienziati del British Antarctic Survey hanno riscontrato l´esistenza di 1.224 specie animali, catalogabili in 50 differenti classi biologiche: 821 delle quali, la maggior parte dunque, sono state trovate sul fondo del mare. Scoperte nel 1821 da cacciatori di foche (e mai visitate da Darwin), delle Orcadi del Sud si sapeva finora assai poco. La notizia che hanno più animali delle Galapagos, pubblicata sul Journal of Biogeography e anticipata ieri dalla stampa britannica, è l´equivalente di una ri-scoperta, accolta con grande interesse dalla comunità scientifica mondiale. «Da tanto tempo c´era la convinzione che i Tropici sono ricchi di flora, che le regioni polari sono povere di fauna e che quella a metà strada sono una via di mezzo», dice David Barnes, capo della spedizione, al quotidiano Guardian di Londra. «Questa è stata la prima volta che un gruppo di studiosi e accademici ha potuto esaminare attentamente la fauna di un arcipelago polare - continua - ed è saltato fuori che non è povero di vita animale proprio per niente». L´impresa non è stata priva di difficoltà e pericoli. I membri del British Antarctic Survey hanno dovuto affrontare un vento gelido che molte volte ha impedito loro di lavorare e hanno dovuto guardarsi dagli attacchi di orche e leoni marini quando si immergevano in acqua. Se uno dei due formidabili predatori si avvicinava, i sommozzatori del gruppo erano costretti a fuggire precipitosamente a terra o a bordo del James Clark Ross, la nave da ricerca che li ha portati fino alle Orkneys. Sott´acqua, la vista era spettacolare, racconta il dottor Barnes, che ha fatto immersioni in tutto il mondo: «Non penso di avere mai visto così tante specie di animali marini riunite tutte in un solo posto». La ragione principale del viaggio era tuttavia un´altra: studiare i cambiamenti nella biodiversità provocati dal surriscaldamento globale. L´Antartico è la parte del mondo in cui si sta verificando il più veloce aumento della temperatura, salita in media quasi del 3 per cento negli ultimi 50 anni in questa regione. PAOLA COPPOLA « l´elevata biodiversità che colpisce, anche perché di solito è associata alle barriere coralline e non all´Antartide. Finora se ne avevano solo descrizioni aneddotiche, lo studio per la prima volta la documenta in modo accurato e lancia un allarme: i rapidi cambiamenti del clima rischiano di farci perdere la biodiversità presente in queste acque prima ancora di averla studiata». Per Alessandro Giannì, biologo e responsabile della Campagna Mare di Greenpeace, i risultati dello studio inglese dovrebbero far riflettere sulla necessità di tutelare con lo strumento della riserva marina anche i poli. Sono state identificate oltre 1.200 specie marine nelle Orcadi del Sud meridionali, più che nel paradiso di Darwin. Che ne pensa? «Era una ricchezza sospettata: il fattore cruciale per questa biodiversità è la stabilità degli habitat che favorisce la speciazione permettendo relazioni complesse tra organismi. Questa stabilità è a rischio: lo scioglimento dei ghiacci permette attività di pesca in aree a lungo inaccessibili e, anche se vige una moratoria all´estrazione, è iniziata un´attività esplorativa delle risorse». Quali le conseguenze? «I poli sono i principali regolatori del clima. Un esempio: assorbono parte dei 25 miliardi di tonnellate di anidride carbonica emesse nell´atmosfera. Alterare il funzionamento di questo ecosistema potrebbe avere conseguenze pesanti per tutti noi».