Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  dicembre 04 Giovedì calendario

Michela Vittoria Brambilla. «Da quando sono sottosegretario ho lasciato tutte le cariche nelle mie due aziende alimentari e nella trafileria di acciaio che da quattro generazioni la mia famiglia possiede, ma non i Circoli»

Michela Vittoria Brambilla. «Da quando sono sottosegretario ho lasciato tutte le cariche nelle mie due aziende alimentari e nella trafileria di acciaio che da quattro generazioni la mia famiglia possiede, ma non i Circoli». *** Il quotidiano inglese The Guardian ha scritto di lei: «E’ senza dubbio ambiziosa, probabilmente anche spietata, ma anche sorprendentemente naturale». Sottoscrive? «Diciamo che sono molto determinata». *** Ha un compagno da circa 18 anni, Eros Maggioni, e un bimbo di 4 anni, Vittorio. «Mamma italiana di figlio maschio, morbosa. Siamo appiccicati, abbiamo un rapporto fisico totale, dorme nel lettone. L’ho allattato sino ai suoi 15 mesi, infischiandomene dei chili di troppo. Il nostro gioco preferito è bacio e morso… Non capisco come facciano alcune donne a rinunciare alla maternità in nome della carriera…». *** In vacanza «quando posso vado a Cesenatico, a casa mia, la terra di mia madre. Abito sul Lago di Como, ma il lago non mi affascina. Il mare, invece, per me è l’infanzia, è il tumulto delle onde d’inverno. Però confesso che da vent’anni ho una malattia. Parlo del mal d’Africa. Non il continente nero dei resort di lusso, ma quello scoperto a 20 anni: Kenya, Sudafrica, Ruanda… In Zaire (ora, Congo, ndr) ho fatto un incontro memorabile con un enorme gorilla di montagna, dopo giorni di appostamento nel Parco del Virunga. I nostri occhi si sono incrociati, se penso che quella splendida creatura, vegetariana e mansueta, potrebbe essere morta di stenti per le stupide guerre degli uomini che ora hanno occupato il Parco, mi viene da piangere».