Gianluigi Nuzzi, Panorama, 4 dicembre 2008, 4 dicembre 2008
Le spese pazze delle procure. Discrepanze vistose e inspiegabili tra i costi delle procure italiane costate allo Stato 1,27 miliardi di euro negli ultimi cinque anni
Le spese pazze delle procure. Discrepanze vistose e inspiegabili tra i costi delle procure italiane costate allo Stato 1,27 miliardi di euro negli ultimi cinque anni. Colpa dei mancati controlli e di scarsa trasparenza negli appalti a centinaia di aziende diverse. A Campobasso un’intercettazione telefonica disposta dai giudici costa 3,85 euro al giorno. La procura di Lodi ne spende 27: oltre sette volte l’importo per la stesa operazione, con i registratori presi a noleggio da aziende private. Le procure di Urbino, Cuneo, Barcellona Pozzo di Gotto e Messina riescono a sborsare 23 euro, sei volte rispetto agli investigatori molisani. Sulle microspie è peggio: alla procura di Roma l’affitto di una cimice digitale costa 19,5 euro. A Catania invece i pubblici ministeri arrivano a sborsare 195 euro al giorno, esattamente il 900 per cento in più. Ad Ancona 169 euro, a Foggia 150. Far collocare un localizzatore, un gps sotto l’auto di un delinquente a Gela, costa al massimo 12 euro al giorno, a Caltanissetta fino a 180, il 1.400% in più, a Verona anche 170 euro. Le intercettazioni costituiscono un enorme affare che sfugge a ogni controllo. In crescita: dal 2005 il numero degli italiani intercettati è cresciuto dell’80%. I dati ufficiali sono stati forniti dal Ministero della Giustizia per la prima volta e comprendono le spese di 146 procure su 165. Il censimento è stato necessario per quantificare il debito dello Stato nei confronti delle aziende che spiano e che oggi reclamano crediti per oltre 350 milioni. Per nessuna delle voci indicate dalle procure si riscontra omogeneità di prezzo. Sono pochissime le procure che hanno fissato dei listini. Le aziende lucrano tantissimo su questi servizi offerti alle procure. Un’altra prova arriva dalle intercettazioni ambientali audio e video all’interno delle carceri. I prezzi variano da 150 a 2.240 euro senza una spiegazione apparente. A Modena, infatti, ci sono aziende che chiedono 150 euro al giorno, a Novara, dove sono detenuti capimafia come Totò Riina, sono necessari 630 euro al giorno, mentre a Poggioreale il noleggio delle microspie costa 1.050 euro. Ancora, per lo stesso servizio all’Aquila si arriva a 2.240 euro mentre nel carcere speciale di Voghera ne servono 933. Cifre alle quali bisogna aggiungere il prezzo delle microspie. Se infatti vengono perse o distrutte, quasi tutte le procure le ripagano come nuove e l’azienda fornitrice si rifà il magazzino. Un altro incredibile affare.