Lucia Annunziata, La Stampa 2/11/2008, 2 novembre 2008
Il promosso è papà Bossi Voglio esprimere un attestato di ammirazione verso il sig. Bossi che ha avuto la disavventura di essere respinto dopo ben tre tentativi di superare gli esami
Il promosso è papà Bossi Voglio esprimere un attestato di ammirazione verso il sig. Bossi che ha avuto la disavventura di essere respinto dopo ben tre tentativi di superare gli esami. Intanto la mia ammirazione per il rispetto dimostrato verso gli insegnanti. C’è voluta tutta la sua pazienza per tentare per ben tre volte di far apprezzare il suo profilo culturale ad un gruppo di insegnanti evidentemente carichi di pregiudizi e poveri di cultura. La mia ammirazione ancora per il padre che ha potuto dimostrare con un gesto molto plastico che di fronte alla legge ed alle istituzioni tutti i cittadini sono uguali e che alcuni sono ancora più uguali degli altri. Ammirazione ancora per la ministra Gelmini: nonostante la pressione dei molteplici impegni che le hanno impedito perfino di assistere alla Camera alla relazione del sottosegretario Bertolaso sulla sicurezza delle scuole, ha saputo strappare un briciolo del suo tempo per avviare l’iter previsto per la predisposizione della commissione d’esame. Tuttavia la mia ammirazione ha una piccola riserva: se la ministra avesse avuto più tempo a disposizione avrebbe trovato una soluzione più idonea, una sede di esame diversa, meglio attrezzata e disposta ad esaminare con equità la preparazione scolastica del Bossi e ad elargire di conseguenza la promozione con il massimo dei voti. Per finire una nota di speranza: il tempo è galantuomo e la storia è saggia. Sono sicuro che nel primo governo padano prossimo venturo il ministero dell’Istruzione sarà affidato al sig. Bossi. La giustizia alla fine trionfa sempre. PIERGIORGIO DELL’ORO Su un giornale del centro destra ho letto questo commento in merito alla terza bocciatura del giovane Bossi: «Sarà trota, ma non raccomandato». Su un altro giornale della stessa area politica mi è piaciuto anche: «E adesso caro Renzo, mettiti a studiare». Tra i due titoli mi pare che la vicenda sia stata efficacemente raccontata, con quel pizzico di severità e di umorismo che si merita. C’è infatti qualcosa di ammirevole nell’ostinazione con cui il ragazzo e il padre hanno continuato a insistere, anche a costo di esporsi alle ironie, che gli sono regolarmente arrivate. Tutto è stato fatto apertamente, e le bocciature non devono essere state semplici da subire né per il giovane né per il padre. Bossi Sr è in particolare da elogiare per questa sua scelta: avrebbe potuto, non ne dubitiamo, trovare un modo per fare arrivare qualche spintarella al figlio o per trovargli una via diversa di accesso alla promozione. Ci vuole invece un bel fegato a esporsi così, e papà Bossi si è dimostrato dunque un politico coerente. Quello che non si capisce invece è come mai Renzo non ce l’abbia fatta per la terza volta. Che problemi ha? Non sarebbe meglio - per il suo stesso bene - affrontare ora questi problemi, lontano dalle luci della ribalta? Stampa Articolo