Vincenzo Zaccagnino, La Stampa 2/11/2008, 2 novembre 2008
E’ talmente buona che gli americani l’hanno incoronata come la migliore del mondo. Il giudizio sulla birra artigianale italiana viene dal «New York Times», ed è una valutazione maturata sul campo
E’ talmente buona che gli americani l’hanno incoronata come la migliore del mondo. Il giudizio sulla birra artigianale italiana viene dal «New York Times», ed è una valutazione maturata sul campo. Evan Rail, uno dei più noti autori di guide specializzate d’America, ha vagato a lungo per le birrerie del Nord Italia, dal Piemonte, dove ha fatto tappa alla «Casa Baladin» di Piozzo e al «Grado Plato» di Chieri, alla Lombardia, dove ha riempito boccali alla «Bi-Du» di Rodero o «A tutta birra», in piena Milano. In Italia, secondo le ultime rilevazioni, i birrifici sarebbero ormai 220. Il Piemonte, con 32, è la seconda regione per espansione del fenomeno, preceduta dalla Lombardia, con 41. Appena 15 anni fa quasi non ne esistevano e si beveva esclusivamente birra industriale o marche particolari soltanto di importazione. L’Ais (Associazione Italiana Somelliers) piemontese ha organizzato a Caluso una serata di degustazione. Significativo il titolo «Piemonte terra non solo di grandi vini», perché ormai, proprio come per i vini, vengono consigliate birre da abbinare a determinate pietanze. L’«alta fermentazione», di origini antichissime, è quella scelta dalla maggior parte degli artigiani. Producono una birra cruda, senza conservanti. Gli ingredienti base sono il malto, il luppolo, l’acqua e il lievito. Ma molti piccoli produttori ampliano la gamma delle loro birre con altri ingredienti. La «Grado Plato» di Chieri, che sfoggia ben 12 etichette, produce la classica «Spoon River», definita birra ambrata di malto d’orzo ad alta fermentazione. La «Strada San Felice» è invece una birra di castagne, la scura «Chocarrubica» è fatta con fave di cacao, carrube siciliane e avena. La Birreria Artigianale «Valle Cellio» propone birra a base di riso. Fabio Brocca, titolare del milanese Birrificio Lambrate, sottolinea: «Quando iniziai 12 anni fa la qualità della birra artigianale italiana era piuttosto bassa. Ma poco per volta e notevolmente migliorata». L’attivismo di pochi visionari a metà Anni ”90 è diventato quindi un fenomeno interessante, che oltretutto costituisce un’opportunità per i giovani in cerca di lavoro. Su internet esistono anche siti che mettono in vendita il kit per cominciare a fabbricarla.