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 2008  novembre 02 Domenica calendario

BERLINO

Angela Merkel non convince più. Imprenditori, media, e persino compagni di partito sono stanchi delle sue esitazioni a lanciare programmi decisi di lotta alla crisi economica. Al congresso della Cdu a Stoccarda "Angie" ha lanciato il suo contrattacco: no a misure frettolose, no a una gara tra paesi europei a chi spende di più per l´economia, ha detto. E siccome siamo già in campagna elettorale, con le politiche nel settembre 2009, il partito l´ha rieletta, anzi plebiscitata, col 95 per cento dei voti. Ma mugugno e delusione restano. I cavalli di razza della Dc tedesca non esitano più a confessarli, i media li rilanciano. La prima donna al potere nella storia tedesca, scelta più volte dai media Usa come donna più potente del mondo, appare una stella la cui luce si offusca.
"Angela Mutlos", cioè "Angela pavida", l´ha definita nella cover story l´influente settimanale Der Spiegel. La sua scelta di evitare misure d´emergenza - né tagli fiscali né spese pubbliche straordinarie - esaspera la prima potenza europea, allarma i circoli economici e i cittadini. Salva Angela Merkel solo l´assenza di alternative: nei sondaggi lei ha venti punti di vantaggio sul rivale, il vicecancelliere, ministro degli Esteri e candidato socialdemocratico per le prossime elezioni, Frank Walter Steinmeier. Ma la sua leadership nel partito è incrinata, anche dopo il plebiscito congressuale di ieri. E la luna di miele con i media sembra finita. Con le imprese anche: too little, too late, troppo poco e troppo tardi, si mormora tra gli industriali comparando le prudenti misure pro-congiuntura tedesche ai grandi piani di Obama, Sarkozy e Gordon Brown.
«Non voglio una competizione tra paesi europei a chi fa o spende di più», ha detto Merkel al congresso. E ancora: «Tagli alle tasse ora, o voltare le spalle a Maastricht e al Patto di stabilità, sono misure contraddittorie, cui va detto no». Ignora che la Commissione europea ha appena deciso in sostanza di sospendere il Patto per due anni. "Madame no", l´impietoso soprannome datole alla Ue e dalla stampa anglosassone, prende piede anche in Germania.
Non a caso, ieri al congresso, Merkel è stata rieletta alla grande per dare prova di compattezza da campagna elettorale, ma molti più applausi di lei li ha raccolti Friedrich Merz, il suo rivale che chiede tagli fiscali subito e una risposta più decisa alla recessione e alla crisi internazionale. «La strategia della Cancelliera, di puntare tutto sulle sue capacità, rivela i suoi drammatici limiti», hanno confessato di recente alti dirigenti Cdu alla conservatrice Frankfurter Allgemeine. E Die Welt, sempre conservatore, nota che l´azionismo di Sarkozy, che almeno si muove, è agli antipodi del "riflettere" di questa Germania. Il grande dubbio che serpeggia nella Cdu, riferiva ieri uno degli inviati di Der Spiegel al congresso di Stoccarda, è se "Angie" abbia davvero la stoffa da leader capace di affrontare le grandi crisi: «E´come Churchill, o piuttosto come Chamberlain?», Chamberlain, il premier inglese della rappacificazione con Hitler, non è davvero un complimento.