Aldo Grasso, Corriere della Sera 2/11/2008, 2 novembre 2008
Lo stile, dov’è lo stile? Forse Giovanni Battista Montini, Papa Paolo VI, meritava una biografia più articolata, circondata dall’alone della sensibilità e della cultura, e non un ritratto dove l’enigma viene sistematicamente risolto dalla perplessità e da robuste pennellate di retorica
Lo stile, dov’è lo stile? Forse Giovanni Battista Montini, Papa Paolo VI, meritava una biografia più articolata, circondata dall’alone della sensibilità e della cultura, e non un ritratto dove l’enigma viene sistematicamente risolto dalla perplessità e da robuste pennellate di retorica. Solo la tensione stilistica è in grado di restituitici e aumentare il pathos di personaggi e vicende. Purtroppo il biopic (biographic picture) su Papa Montini è come se avesse deciso di fare a meno della parte visiva: è un radiodramma che si può seguire a occhi chiusi; al più, un bignamino illustrato, la solita celebrazione all’italiana, incapace di fare i conti con la scrittura. Prodotto dalla Lux Vide, scritto da Francesco Arlanch, Maura Nuccetelli e Gianmario Pagano, diretto da Fabrizio Costa (che ha sempre e solo diretto fotoromanzi animati), «Paolo VI» è salvato dall’interpretazione di Fabrizio Gifuni che ci aiuta a entrare nella psiche del personaggio con sobrietà e rischio calcolato. La storia, tanto per non farsi mancare il fatale flashback di partenza, inizia con il rapimento di Aldo Moro, 1978. Ma subito, con un passo indietro nel tempo, siamo trasportati nel 1924 dove con forzosa analogia, troviamo un Montini testa calda, incitare i giovani della Fuci, dopo il rapimento di Giacomo Matteotti. Poi, praticamente, fonda la Democrazia cristiana, contando molto sul giovane laureato in legge di Bari. La segreteria di Stato, l’apostolato a Milano, l’elezione al soglio petrino, l’eredità del Concilio, il viaggio in Terra Santa sono le grandi tappe di questa ennesima agiografia priva del batticuore della ricerca. Accanto a Gifuni ci sono Licia Maglietta nel ruolo della madre, Antonio Catania (padre confessore), Luca Lionello, Claudio Botosso, Mariano Rigillo, Giovanni Visentin, Sergio Fiorentini, Luciano Virgilio, Mauro Marino, Gaetano Aronica, Luis Molteni, Angelo Maggi, Cloris Brosca, Carlo Cartier.