Francesco Semprini, La Stampa 1/12/2008, 1 dicembre 2008
Bill Clinton fa un passo indietro e spiana la strada per la nomina di Hillary alla guida del Dipartimento di Stato
Bill Clinton fa un passo indietro e spiana la strada per la nomina di Hillary alla guida del Dipartimento di Stato. L’annuncio atteso oggi nel corso di una conferenza stampa organizzata da Barack Obama e dal suo vice, Joe Biden, sarà accompagnato dall’ufficializzazione della nomina di altri membri del prossimo esecutivo e del Gabinetto del presidente eletto. Tra questi la designazione del generale James Logan Jones alla carica di consigliere per la Sicurezza nazionale di Obama e Bob Gates alla guida del Pentagono. A sbloccare la scelta di Hillary alla guida di Foggy Bottom è stata la decisione di Bill Clinton di rendere pubblici i nomi dei circa 300.000 finanziatori della sua fondazione, dal 1997 a oggi. Ne ha dato la notizia il New York Times, sulla base di indicazioni raccolte da esponenti del partito democratico vicini tanto alla Clinton quanto a Obama. Il quotidiano della City spiega che l’ex presidente ha preso la decisione per evitare che qualcuno possa parlare in futuro di conflitto di interessi circa l’attività della moglie. Bill Clinton ha accettato di diffondere i nomi di tutti i futuri donatori. E’ questo il pilastro dell’accordo che ha consentito l’intesa tra Obama e l’ex First Lady, insieme ad altre nove condizioni. Tra queste l’obbligo di rifiutare donazioni da parte di governi stranieri alla Clinton Global Initiative - il consueto appuntamento annuale a scopo caritatevole -, e il divieto di organizzare incontri e seminari all’estero, e di occuparsi della gestione ordinaria della fondazione sino a quando Hillary guiderà il Dipartimento di Stato. Bill Clinton dovrà inoltre sottoporre all’approvazione dell’ufficio etico del Dipartimento di Stato i suoi discorsi e ogni accordo finanziario. Il passo indietro di Bill spalanca di fatto le porte di Foggy Bottom alla moglie e pone fine a un lungo balletto di voci e smentite. Hillary, da parte sua, ha voluto fissare alcune garanzie, tra le quali l’esclusiva sulle nomine dello staff ministeriale e l’accesso diretto al Presidente, senza passaggi intermedi. Durante la conferenza stampa dall’Hilton di Chicago, è atteso anche l’annuncio della nomina di una serie di importanti membri del prossimo esecutivo e del Gabinetto presidenziale. Tra i nomi che erano circolati nei giorni scorsi c’è quello del generale dei Marine in pensione James Jones, che diventa consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca. Jones era stato il comandante supremo delle forze Nato, mentre il presidente George W. Bush gli aveva affidato alla fine del 2007 l’incarico di inviato speciale in Medio Oriente, per verificare l’attuazione degli accordi della conferenza di Annapolis. Oggi è anche il giorno dell’italiana Janet Napolitano, la governatrice dell’Arizona di origini campane che andrà a guidare il Dipartimento per la Sicurezza nazionale. Al Pentagono invece resta Bob Gates, a conferma della decisione del presidente eletto di privilegiare la continuità per un incarico molto delicato. Il capo della Difesa sarà l’unico membro dell’Amministrazione Bush presente anche nel governo Obama. Con lui sarà ufficializzata anche la nomina di Eric Holder al Dipartimento di Giustizia, dove era il numero due ai tempi dell’Amministrazione Clinton. A chiudere le nomine è Susan Rice, 44 anni, designata a diventare il nuovo ambasciatore americano all’Onu. E’ stata una dei consiglieri di Obama nel corso della campagna elettorale e aveva lavorato nel National Security Council durante il secondo mandato dell’Amministrazione Clinton. Con le designazioni di oggi ha preso forma un terzo del Gabinetto di Obama, che include 15 membri, mentre rimane insoluto il nodo delle nomine relative ai servizi di intelligence. Secondo fonti democratiche, Obama non sarebbe ancora pronto a scegliere tra le diverse opzioni sul tavolo.