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 2008  novembre 30 Domenica calendario

l chiarimento potrebbe arrivare già domani mattina. Quando Pietro Modiano andrà da Corrado Passera per dire che, nella sostanza, nulla osta alla modifica della struttura organizzativa della Banca dei Territori, la parte retail di Intesa Sanpaolo, fortemente voluta dallo stesso Passera e alla quale Modiano si è finora opposto

l chiarimento potrebbe arrivare già domani mattina. Quando Pietro Modiano andrà da Corrado Passera per dire che, nella sostanza, nulla osta alla modifica della struttura organizzativa della Banca dei Territori, la parte retail di Intesa Sanpaolo, fortemente voluta dallo stesso Passera e alla quale Modiano si è finora opposto. Le 27 direzioni locali distribuite sul territorio nazionale dovrebbero essere sostituite, nella nuova struttura, da otto direzioni locali che andrebbero a coincidere con le cinque fondazioni azioniste di Intesa Sanpaolo - Milano, Torino, Padova, Bologna, Firenze - più Roma, Napoli (Banco Napoli) e Palermo. Con l’ipotesi che la Banca dei Territori possa restare come subholding dedicata alla parte retail - con sede a Torino - e non una semplice divisione di Intesa Sanpaolo sottoposta direttamente al consigliere delegato, Passera. Con lui, Modiano, che resterebbe al suo posto. D’altre parte, anche ieri il banchiere che di Intesa è direttore generale vicario avrebbe ribadito la sua posizione, parlando con i suoi collaboratori più stretti: «Non so cosa sta per succedere davvero. Certo le decisioni si prendono in consiglio, non fuori. E io con i risultati che ho non mollo neanche morto». Sfogo arrivato, racconta chi lo conosce, dopo una dozzina di telefonate ricevute nella mattinata per chiedere chiarimenti sulle battute fatte dallo stesso Modiano alla vigilia. Quando durante un convegno nel Canavese si è fatto sfuggire un «Tra un po’ avrò molto tempo libero» che ha gelato i presenti. «E’ stata solo una boutate amara» ha rassicurato ieri. A telefonare, oltre ai suoi collaboratori della Banca dei Territori - alcuni dei quali sono con lui dai tempi di Ubm e lo hanno seguito prima in Imi e poi a Torino - anche figure istituzionali come il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino e il presidente della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia. Per chiedere al banchiere se avesse combiato idea rispetto a pochi giorni fa, quando aveva ribadito la sua volontà di restare al suo posto. Nessuna retromarcia, anzi, avrebbe ribadito Modiano durante i contatti mattutini. Sì alla modifica della struttura organizzativa e alla sua razionalizzazione, no alla cancellazione della Banca dei Territori e del suo headcount, del suo posto. La mossa di Modiano - si dice da parte torinese - potrebbe anche chiarire le ragioni della decisione di Passera di mettere mano all’organizzazione. Necessità di razionalizzare la struttura, come dice Passera forte del fatto che una simile organizzazione è stata adottata dalla rivale Unicredit. Incomprensioni prolungate tra i due manager, come pensano in molti. Oppure la volontà del numero uno della banca di rinsaldare il suo controllo su una divisione che porta circa il 70% dei ricavi al conto economico, stante la distanza tra lui e Modiano, come sospetta qualcuno. Tanto più che, in questi giorni, qualche grande azionista avrebbe manifestato un certo disappunto temendo uno strapotere dell’amministratore delegato. E lo stesso Giovanni bazoli non avrebbe gradito che i panni sporchi venissero lavati fuori dalle ovattate stanze di Ca’ de Sass. Modiano, al di là della battute, si dice convinto di poter restare la suo posto. Al punto da cercare una casa più grande a Torino, dalle parti di piazza Cavour. Stampa Articolo