Marco Cremonesi, Corriere della Sera 30/11/2008, 30 novembre 2008
MILANO
La doccia fredda arriva nella villetta di Gemonio intorno alle 10.50 di ieri mattina, sotto forma di telefonata. Il preside del collegio arcivescovile Bentivoglio di Tradate, don Gaetano Caracciolo, anticipa alla famiglia Bossi – nella persona della signora Manuela Marrone, moglie del leader leghista – quanto di lì a poco sarà affisso su tabellone all’esterno del-l’istituto: l’esito della prova di Renzo Bossi è stato negativo. Il figlio del capo del Carroccio è stato bocciato un’altra volta: la terza. Lui, il padre, fa buon viso: «Oggi non sono incazzato come l’altra volta. Gli avevo addirittura detto di non presentarsi». Non presentarsi? «L’esame glielo hanno fatto fare con gli stessi insegnanti dell’altra volta... Lui è stato coraggioso». Un istante di riflessione, e aggiunge: «Ogni Regione deve avere i suoi insegnanti...».
Quella di ieri, appunto, era una prova d’appello. Respinto nella sessione di maturità dello scorso luglio a cui si presentava da privatista, il giovane Renzo si era rivolto al Tar. Tra i rilievi mossi alla commissione d’esame, l’esser stato interrogato su argomenti non previsti nel suo programma. Il ministero all’Istruzione aveva preso l’impugnazione assai sul serio: ricorrendo all’istituto dell’autotutela, Viale Trastevere aveva sancito che l’orale fosse ripetuto. Secondo i maligni, alla decisione avrebbero contribuito, e parecchio, le cannonate sparate tra luglio e agosto da Umberto Bossi sul sistema della scuola in generale e sul ministro Gelmini in particolare. Il capo padano aveva anche lasciato intendere che parte della colpa era da imputarsi, oltre che ai professori non padani, alla tesina del figlio su Carlo Cattaneo. Fatto sta che venerdì scorso, l’orale è stato ripetuto. A scanso di equivoci, alla presenza di un ispettore del ministero. E con una tesina in fisica, anziché in federalismo. Ma il responso è rimasto uguale: «Esito negativo».
Del resto, lo stesso Renzo – che ha saputo la data dell’esame una decina di giorni fa – venerdì aveva ammesso di non essersi poi ammazzato di studio: «Stiamo portando a casa il federalismo, c’è molto da fare». Alcuni amici, sorpresa!, danno la colpa al padre: «Se lo porta in giro dappertutto. Normale che non abbia il tempo di studiare». E anche sull’incarico da team manager della «nazionale» di calcio della Padania, mica si pensi sia un hobby: «Lo costringe a viaggiare, è un’esperienza in crescita, lo impegna mica da ridere».
Di certo, a casa Bossi ieri ridevano in pochi. Meno di tutti, la signora Marrone. A caldo, il «capo» pare abbia abbozzato senza eccessive sfuriate: avrà forse ripetuto al figlio, come in settembre sul Monviso, «altro che un delfino: sei una trota».
Con il padre
Renzo con Umberto Bossi
Marco Cremonesi