Business Week, 8 dicembre 2008, 8 dicembre 2008
Jack Tan era l’esempio vivente del sogno delle aziende occidentali. Ventiquattrenne, giovane bancario della ricca Shenzhen, spendeva una bella fetta dei suoi 1
Jack Tan era l’esempio vivente del sogno delle aziende occidentali. Ventiquattrenne, giovane bancario della ricca Shenzhen, spendeva una bella fetta dei suoi 1.200 dollari di stipendio tra pranzi da Pizza Hut o McDonald’s, acquisti nei negozi Nike e Nokia, dischi dei GreenDay e Ipod. Ma anche Tan ha cambiato atteggiamento, dato che ha perso una grossa fetta dei suoi 30 mila dollari di risparmi nel crollo della Borsa cinese, caduta del 60% quest’anno. Così il banchiere è tornato a mangiare nei ristoranti cinesi, si è comprato un auto cinese e si può permettere solo abiti cinesi. Gli economisti che speravano che la nascita di una classe borghese in Cina avrebbe compensato la crisi dei consumi americani ora sono delusi. Il contributo della Cina all’economia mondiale sono le fabbriche che producono oggetti destinati ai mercati occidentali. I cinesi sono un popolo che non spende se non sente di avere una enorme rete di protezione. ”Solo quando avranno la sicurezza che il governo migliorerà il loro welfare i cinesi smetteranno di risparmiare tanto – spiega l’economista Andy Xie – la crescita dei consumi è un processo graduale, che non può immediatamente diventare un motore dell’economia”. Le vendite, anche in Cina, rallentano: ad esempio il mercato dei cellulari, cresciuto a una media del 30% all’anno dal 1998, per i prossimi cinque anni riuscirà al massimo a segnare un +9%. I margini cinesi di compagnie multinazionali come Nokia, Motorola, Wal-Mart, e Carrefour si stanno riducento. Il mercato dell’auto, dopo 8 anni di crescita a un ritmo del 20%, l’anno prossimo si ridurrà del 2%. Le multinazionali soffrono, generano così la crisi dell’indotto con le fabbriche costrette a licenziare, i lavoratori disoccupati non spendono, concludendo il circolo vizioso. I consumi, in Cina, rappresentano oggi il 37% del Pil. Dieci anni fa erano il 47%.