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 2008  novembre 29 Sabato calendario

Un arbitro italiano premiato come migliore al mondo. Non accade nel calcio’ potrebbe anche, ma non sembrano proprio questi i tempi più adatti – bensì nel pugilato: il Wbc, uno degli enti che governano la boxe, forse il più autorevole, certo il più attivo, ha infatti designato come numero uno per il 2008 il romano Massimo Barrovecchio, figlio e fratello d’arte, una vita tra le corde e un recente passato da «top class»

Un arbitro italiano premiato come migliore al mondo. Non accade nel calcio’ potrebbe anche, ma non sembrano proprio questi i tempi più adatti – bensì nel pugilato: il Wbc, uno degli enti che governano la boxe, forse il più autorevole, certo il più attivo, ha infatti designato come numero uno per il 2008 il romano Massimo Barrovecchio, figlio e fratello d’arte, una vita tra le corde e un recente passato da «top class». Barrovecchio è stato il primo italiano a dirigere (bene) un campionato mondiale dei pesi massimi: è stato in ottobre, il match era fra Vitali Klitschko e Samuel Peter, con vittoria del primo per abbandono, e tanti applausi per il «referee» – preciso e autorevole – anche da parte degli alti papaveri del Wbc. La «laurea» a Barrovecchio premia, in fondo, quella che si può definire la via italiana all’arbitraggio di boxe. Come lo stesso Barrovecchio spiega, «rispetto agli arbitri americani, più teatrali, noi siamo più composti, svolgiamo il nostro lavoro senza saltare per il ring o intervenire inutilmente». Non solo: «Sul quadrato non bisogna solo arbitrare, ma dimostrare di essere all’altezza attraverso un comportamento composto, trasmettendo tranquillità, prendendo decisioni oculate nel rispetto delle regole. Sui ring mondiali l’arbitro gestisce anche un business importante, essendo responsabile della carriera dei pugili e della borsa in palio». E allora: «Bisogna essere presenti e saper gestire con determinazione e professionalità gli imprevisti, ma senza alterare l’andamento di un match. L’arbitro migliore è quello che non si vede, che non appare: questa è la prima regola». Lezione da manuale: anche Collina approverebbe. Claudio Colombo