Sergio Romano, Corriere della Sera 29/11/2008, 29 novembre 2008
Un riconoscimento a due eretici, a due uomini che hanno dedicato la vita alla poesia e al cinema a loro modo sfidando le regole
Un riconoscimento a due eretici, a due uomini che hanno dedicato la vita alla poesia e al cinema a loro modo sfidando le regole. Il Consiglio dei ministri ha concesso ieri i benefici della «Legge Bacchelli» al poeta friulano Federico Tavan, 59 anni, e al livornese Alfredo Bini, produttore storico di Pasolini, che compie 82 anni il 12 dicembre. Per Federico Tavan, al quale l’ultimo numero della rivista «Poesia» dedica un ampio servizio, c’è stata una vera mobilitazione popolare con convegni, mostre fotografiche e pubblicazioni che hanno coinvolto istituzioni, amici e intellettuali come Claudio Magris, Carlo Ginzburg, Marco Paolini. Proprio Magris gli dedicò con Microcosmi un affettuoso ritratto: «Tavan è il poeta maudit, trasgressivo- innocente, indigesto, segnato da emarginazioni ma capace di scendere al fondo delle parole». Una vita da eretico, appunto, con versi spesso in friulano, meravigliosi e fulminanti, sempre densi di sofferenza, la stessa di Dino Campana e Alda Merini. Non si può parlare invece di Alfredo Bini senza pensare a Pier Paolo Pasolini che ha accompagnato nella realizzazione di tutte le sue opere, da «Accattone» a «Mamma Roma». La sua vita conta 52 film: nel 1960 esordì con «Il bell’antonio » tratto dal libro di Brancati e il suo nome è unito a Germi, Monicelli e Bolognini. Ex marito di Rosanna Schiaffino, recentemente ha scritto una autobiografia piena di amarezza: «Ho pensato e osato troppo, oggi il cinema non esiste più». Gianluigi Colin