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 2008  novembre 29 Sabato calendario

ROMA - Prima i banchieri e i petrolieri, ora le autostrade e le società elettriche. Nuovi bersagli entrano nel mirino di Giulio "Robin Hood" Tremonti, determinato a mettere «fine all’abuso sulle bollette della luce» e a tagliare gli aumenti dei pedaggi finché i concessionari delle autostrade non faranno gli investimenti concordati

ROMA - Prima i banchieri e i petrolieri, ora le autostrade e le società elettriche. Nuovi bersagli entrano nel mirino di Giulio "Robin Hood" Tremonti, determinato a mettere «fine all’abuso sulle bollette della luce» e a tagliare gli aumenti dei pedaggi finché i concessionari delle autostrade non faranno gli investimenti concordati. «Sono cinquant’anni che paghiamo il pedaggio sull’Autosole, il cui costo dovrebbe essere ammortizzato già da qualche decennio. Continuiamo a pagare perché qualcuno ha inventato una certa privatizzazione. E allora si dice: pagate, perché ci sono gli investimenti. Però gli investimenti qualcuno li fa, altri no. Altri trovano i Verdi – incalza il ministro dell’Economia in conferenza stampa – che gli dicono, guarda caso, non puoi fare manutenzione ». E «ora basta» aggiunge il ministro. Pedaggi bloccati per sei mesi e poi un tavolo per «allineare pedaggi e investimenti». Perché non è che se i soldi dei pedaggi non si spendono «li metti a riserva, o come viene in mente ogni tanto a qualcuno, li distribuisci ai tuoi azionisti come dividendi ». Secondo Tremonti «ci sono almeno 10 miliardi di investimenti non fatti, arretrati compresi». Che oggi servono al rilancio dell’economia. Senza più alibi per i gestori, perché per fare i lavori potranno sfruttare le nuove norme che prevedono la nomina di un commissario. E presto cambieranno anche le regole della Borsa elettrica. Dove il governo «ha scoperto con sorpresa», dice Tremonti, che il prezzo dell’energia viene determinato sulla base dell’ultima offerta e dove, per usare le parole usate ieri dal ministro Roberto Calderoli, «c’è sempre un Pierino che a fine giornata butta su i prezzi». Il fatto è che il prezzo ottenuto da Pierino, cioè il «prezzo marginale di riferimento», che ora sarà abolito, vale per tutti i contratti stipulati fino a quel momento. Così la bolletta elettrica schizza in alto, «e certi si sistemano – dice Calderoli – per tutte le generazioni a venire». E sparirà anche la separazione territoriale del mercato. «Al Nord un megawatt costa 82, ma in Sicilia ne costa 156. Non è una questione Nord-Sud: perché in Calabria costa 91 euro. E questo è davvero molto molto curioso» conclude Calderoli. M. Sen.