Fabrizio Paladini, Panorama, 4/12/2008, 4 dicembre 2008
FABRIZIO PALADINI PER PANORAMA, 4/12/2008
La solitudine dei numeri quattro Atleti olimpici Sono arrivati a un soffio dal podio, qualcuno battuto da avversari più forti, altri per ingiustizie subite. Verranno premiati il 2 dicembre a Roma.
Per quelli aulici è la «medaglia di legno». Per tutti gli altri è «la medaglia degli sfigati». Arrivare quarti alle Olimpiadi, sfiorare il podio per un centesimo di secondo significa comunque essere tra i più bravi del mondo, spesso i più bravi d’Europa. Eppure, non serve a niente: se arrivi quarto o 30° non fa differenza, nessuno si ricorderà di te e della tua gara. Sentite Igor Cassina, signore della sbarra, medaglia d’oro ad Atene 2004 e appunto quarto a Pechino: «Ho messo la mano così anziché cosà ed è andato tutto in fumo. Per quattro anni, dopo Atene, avevo il telefonino che friggeva dalle chiamate, tutti volevano Cassina. Ora, non squilla più e ti dà un’idea di solitudine».Già, «Solitudine dei numeri quattro» è il titolo quest’anno del premio Valori dello sport che viene consegnato il 2 dicembre a Roma. «Abbiamo pensato di dedicarlo a tutti quegli atleti che, pur essendo bravissimi, hanno visto il podio sfuggire per un pelo. Volevamo riconoscere la loro professionalità, al di là del risultato formale che la medaglia ti certifica» spiega Massimo Caputi, giornalista e presidente del premio.Gli atleti italiani a Pechino hanno vinto la medaglia di legno per 14 volte, contro gli otto ori, i 10 argenti e i 10 bronzi. C’è per esempio il nuotatore Alessio Boggiatto che nella finale dei 400 misti arrivò a 4 secondi dal terzo, l’americano Ryan Lochte. «Ma quella fu una finale di extraterrestri: Michael Phelps vinse il primo dei suoi otto ori con un tempo pazzesco, ben 2 secondi al di sotto del suo record mondiale, e anche l’ungherese Laszlo Cseh con 4’ 06’’ 16 fece il record europeo. Diciamo che io sono stato la medaglia d’oro degli esseri umani».Un signore, non a caso è stato il portabandiera nella cerimonia di apertura a Pechino, è il canoista Antonio Rossi: «Il mio quarto posto è quel che meritavo, avevo avversari più bravi e anche se ce l’ho messa tutta è giusto che sia finita così. Ad altri hanno invece scippato la medaglia: ad Andrea Coppolino agli anelli o alle ragazze della ginnastica ritmica».Una delle ragazze della ritmica è la bella Fabrizia D’Ottavio: «Quel quarto posto brucia ancora, avevamo fatto una gara bellissima ma poi il bronzo è finito, guarda un po’, alle cinesi. Mi piace però che adesso ci sia un premio che celebri quegli atleti che hanno ricevuto un colpo basso, che per pochi millesimi sono finiti giù dal podio. Mi sembra una cosa molto in sintonia con i valori dello sport, quello vero». Un’altra che non ha accettato il verdetto e parla di ingiustizia ricevuta è la fiorettista Giovanna Trillini, che ha in bacheca otto medaglie olimpiche. Ha accusato la giuria di averla fatta perdere in semifinale per non avere una finale tutta italiana con Valentina Vezzali.C’è poco da fare, anche se sei giovane, se sei alla tua prima olimpiade, arrivare quarti dà fastidio, brucia forse ancor più che arrivare settimi o decimi. Prendiamo Veronica Calabrese, ragazza simpatica e timida che combatte nel nobile sport del taekwondo: «Adesso che è passato un po’ di tempo comincio ad apprezzare un po’ di più il mio quarto posto. Ho scoperto il calore e la stima della gente anche se non sono riuscita a prendere la medaglia. Ho 21 anni e punto su Londra 2012, lì sì che salirò sul podio».Anche Calabrese sarà premiata per la solitudine dei numeri quattro, anche se lei sarà meno sola visto che la targa gliela consegnerà il fidanzato Mauro Sarmiento, anche lui campione dell’arte coreana dei calci e dei pugni. Lui a Pechino ha vinto la medaglia d’argento.