Ambra Craighero Corriere della Sera 28/11/2008, 28 novembre 2008
Chicco Crugnola, chef di Varese, ha creato in onore di Umberto Bossi, suo cliente affezionato, la pizza polenta, uno strato di polenta di farina gialla che viene stesa come una palla di pasta di pane, condita con pomodoro e mozzarella, e messa a cuocere nel forno a legna: «Erano anni che utilizzavo la polenta come ingrediente sulla pizza, spesso abbinata al gorgonzola, ma l’idea mi è venuta perché ho cercato di accostare due elementi distanti tra loro, anche nell’immaginario collettivo: la polenta è un vessillo del nord e la pizza che il simbolo del sud
Chicco Crugnola, chef di Varese, ha creato in onore di Umberto Bossi, suo cliente affezionato, la pizza polenta, uno strato di polenta di farina gialla che viene stesa come una palla di pasta di pane, condita con pomodoro e mozzarella, e messa a cuocere nel forno a legna: «Erano anni che utilizzavo la polenta come ingrediente sulla pizza, spesso abbinata al gorgonzola, ma l’idea mi è venuta perché ho cercato di accostare due elementi distanti tra loro, anche nell’immaginario collettivo: la polenta è un vessillo del nord e la pizza che il simbolo del sud. Poi sapevo che a Umberto piacevano entrambe e allora ho provato l’azzardo di stendere la polenta al posto della pasta tradizionale». Crugnola aveva già creato una pizza in occasione della nascita della Lega Nord e un’altra, battezzata «Tegn dur!» (tieni duro!), con pomodori, crauti, wurstel, pannocchiette di mais, hemmental e bacche di ginepro, ai tempi del malore che aveva colpito Bossi. Altre pizze dello chef varesino (tutte con nomi in dialetto lumbard): «foo de co» (fuori di testa), «magut» (muratore), «legnamè» (falegname), «barlafus» (sempliciotto, persona inaffidabile), «umbrelè» (ombrellaio), «baloss» (stupidotto), «castigamatt».