Wall Street Journal, 28 Novembre 2008, 28 novembre 2008
L’attacco dei terroristi contro Mumbai fa svanire il sogno della città indiana di diventare una capitale della finanza internazionale
L’attacco dei terroristi contro Mumbai fa svanire il sogno della città indiana di diventare una capitale della finanza internazionale. La violenza di quanto sta accadendo, ripetono i manager indiani, colpirà fortemente l’immagine della città e di tutta l’India, facendo crescere l’idea che sia un Paese senza controllo, dove è troppo rischioso investire e troppo pericoloso recarsi. Le grandi banche di Wall Street negli anni passati avevano scommesso molto su Mumbai, rafforzando la loro presenza in India per sfruttare la forte crescita dell’economia asiatica. Morgan Stanley ha speso 425 milioni di dollari per acquisire la Jm Financial, sua partner in una joint venture indiana. Anche Goldman Sachs e Merril Lynch si sono separate dai loro alleati indiani per mettere in piedi una forte strategia solitaria. Mumbai punta a superare Hong Kong e Singapore come centro finanziario dell’Asia, un report pubblicato l’anno scorso da un comitato statale che lavorava a questa missione spiegava che la forza del capitale umano e la potenza dell’industria tecnologica mettono l’India in una posizione di netto vantaggio rispetto alla Cina. Ma con l’inizio della crisi le banche internazionali hanno iniziato a licenziare anche a Mumbai, mentre le analisi delle compagnie del Real estate mostrano un mercato immobiliare in pesante flessione: i prezzi sono scesi del 20% rispetto a un anno fa e le previsioni indicano un altro -25% per l’anno prossimo. Questo anche prima degli attacchi. Adesso il sogno della ”city” di Mumbai può dirsi (almeno) rimandato per qualche anno.