«Quella nitte del ’78, il ko della Tigre» di Leonardo Iannacci, Libero, 28711/2008, pag. 35, 28 novembre 2008
LEONARDO IANNACCI PER LIBERO DI VENERDI’ 28 NOVEMBRE
Cosa si può combinare dopo essere state una delle coriste predilette di Mina, dopo aver fatto il controcanto ne ”Il mio canto libero” di Battisti, dopo aver passato notti intere in sala d’incisione con Celentano, dopo aver lavorato con Patty Pravo, Cocciante e Vasco Rossi? E dopo aver vissuto otto anni a stretto contatto con un musicista del livello di Gian Piero Reverberi, l’ideatore del Rondò Veneziano? Potremmo andare avanti a lungo ma la vita artistica di Wanda Fisher, vocalist di livello - curiosamente nota per essere la sosia di Ivana Spagna - è una Bibbia di ricordi e un Bignami di aneddoti, situazioni simpatiche e affascinanti, momenti artistici unici.
La signorina Wanda, dopo aver cantato con e per tanti big, ha inciso ”Sauna”, un cd nato da un’idea di Cristiano Malgioglio e Corrado Castellari, realizzato con il musicista Marco Ferracini.
«Una sera - racconta Wanda - stavamo cenando a casa mia e Malgioglio mi propose di fare un album di musica lounge, con sonorità meno disco rispetto a quelle che canto abitualmente dal vivo. Mi è sembrata un’ottima idea e, così, abbiamo inciso questi dieci brani per il mercato italiano e quello estero che interpreto in varie lingue: spagnolo, italiano, francese e inglese». Nella track-list spiccano la nuova ”Senza freni” (composta dalla Fisher), ”Cocktail d’amore”, ”Ahora”, ”Amado mio”, ”Calling you” e ”Castigo”. L’album sarà presentato stasera al Club MyBali di Milano. Il nome di Wanda Fisher è, però, legato in maniera indissolubile a tanti big della nostra canzone.
Trent’anni fa
In particolare, a un momento epico della nostra musica leggera: nel 1978, alla Bussoladomani di Lido di Camaiore, Wanda era sul palco accanto a Mina durante l’ultima esibizione live della Tigre di Cremona. A quattro anni dall’ultima partecipazione a uno show televisivo - ”Milleluci” del 1974, accanto a Raffaella Carrà - Mina aveva infatti accettato di tornare a esibirsi davanti a un grande pubblico. Come prima corista aveva preteso proprio Wanda Fisher, che racconta: «La tourneé sarebbe dovuta durare quindici serate; invece, si interruppe dopo undici esibizioni».
Di quei giorni del 1978, la Fisher ha ricordi nitidi: «Mi accorsi che Mina, prima di andare in scena, passeggiava nervosa come una vera tigre in gabbia. Prima dell’entrata, si faceva addirittura il segno della croce. Una volta sul palco colpiva al cuore il pubblico con quella voce unica. Una sera le chiesi: cara, non pensavo fossi così nervosa prima di un concerto, tu, la migliore di tutte... E lei: Wanda, ti confesso che ho sempre avuto una paura matta prima di cantare, mi sento morire! Dopo lo show riacquistava sicurezza e andava a giocare a poker fino all’alba».
Durante quelle esibizioni che fruttarono a Mina venti milioni di lire a sera (55.000 euro di oggi), la star di Cremona rispolverò canzoni di Battisti (’Emozioni”, ”Ancora tu”, ”Sì, viaggiare”), Fossati (’Non può morire un’idea”) e Cocciante (’Margherita”), oltre a classici dei Queen ( ”We’re the champions”) e di Ray Charles (’Georgia on my mind”).
Il presentatore cambiava ogni sera: si alternarono Walter Chiari, Beppe Grillo e una giovanissima Gloria Guida. Tra il pubblico si fecero notare Adriano Panatta e Delia Scala, Renato Zero e Lina Volonghi, un ragazzino che sarebbe poi diventato Platinette e Amanda Lear.
Il canto libero
Il 23 agosto 1978, davanti a 6.000 fan emozionati che avevano pagato 15.000 lire dell’epoca per assicurarsi un biglietto dell’undicesima replica, Mina cantò venti brani e chiuse il bis con ”Grande, grande, grande”. Poi uscì di scena con il suo vestitino nero incollato alla pelle sudata. Molti ricordano che la cantante non portava il reggiseno. Il sipario calò, le luci si spensero per sempre sulla sua immagine pubblica.
Di quella serata resta un documento: il 33 giri ”Mina. Live ”78”. Racconta la Fisher: «Nessuno, soprattutto lei immaginava che quel concerto fosse quello dell’addio. Dopo pochi giorni si ammalò, si parlò di uno strano virus, forse una brutta influenza... Le ultime serate alla Bussoladomani furono cancellate. E così, in modo malinconico, si chiuse la carriera live di Mina. La più grande».
I ricordi di Wanda Fisher non si fermano qui. Pochi sanno che è stata una delle poche donne a cantare in una canzone di Lucio Battisti: «Negli anni ”70 vivevo insieme a Reverberi. Lucio, che amava il risotto e le polpettine che cucinavo apposta per lui, si presentava a casa nostra con Mogol e strimpellava i suoi meravigliosi capolavori ancora grezzi. Poi sbranava la cena. Una sera mi prese da parte: ho scritto un nuovo brano che intitolerò Il mio canto libero».
Me lo accennò accompagnandosi con la chitarra. Alla fine aggiunse ”Come voce femminile voglio te”.
Poi Adriano Celentano, un simpatico duro: «Si lavorava in sala d’incisione con i suoi strumentisti fino alle due di notte, registrando tutte le parti musicali e i cori. Poi arrivava lui e sconvolgeva tutto quello che avevamo fatto fino a quel momento. Si faceva l’alba con Adriano pignolissimo. Ma era così buffo».
L’incontro più deludente, invece, con Patty Pravo: «Poteva essere una grandissima, Nicoletta, invece ha fatto troppi errori nella sua carriera. Ha sbagliato tanto e ha pagato tutto a caro prezzo».