Signor quindici milioni di Vittorio Feltri, Libero, 28/11/2008, pagg.1-3, 28 novembre 2008
VITTORIO FELTRI PER LIBERO DI VENERDI’ 28 NOVEMBRE
Il professor Augusto Fantozzi è un fior di professionista. Col governo Lamberto Dini fu ministro delle Finanze e del Bilancio, e col governo Romano Prodi guidò il Bilancio. titolare di un rinomato studio di commercialista in cui prestano opera parecchi dottori, presumo bravissimi. Dall’agosto scorso, da quando è stato dichiarato lo stato di insolvenza (anticamera del fallimento) di Alitalia, Fantozzi funge grazie al gabinetto Berlusconi da commissario straordinario dell’azienda dissestata. Dicono che in questo ruolo abbia lavorato benissimo e non abbiamo elementi per affermare il contrario.
Ciò premesso comprendiamo un gruppo di esponenti del Partito democratico che ha presentato una interrogazione parlamentare per sapere se 15 milioni di euro non siano un compenso un po’ eccessivo per un uomo pur di valore chiamato a gestire la salma della compagnia aerea.
La voce sulle dimensioni del superstipendio girava da qualche tempo e la cosa più giusta da fare, in casi come questo, è chiedere precisazioni attraverso canali ufficiali. Ebbene non appena presentata l’interrogazione, rilanciata dalle agenzie di stampa, si è scatenato il finimondo. Ovvio, una simile cifra erogata in un momento in cui divampa la crisi finanziaria ed economica fa un certo effetto e suona quale insulto alla miseria cui molta gente si sente condannata.
Immediatamente si è fatto vivo lo stesso Fantozzi con un comunicato molto tecnico per dire che lui non ha firmato alcun contratto, di conseguenza non si può parlare di 15 milioni di euro. Tuttavia ciò non significa che la somma destinata alle tasche del commissario non sia verosimile. Potrebbe addirittura essere superiore non per esosità dell’ex ministro, bensì calcolando la percentuale spettante ai commissari sulla massa dei passivi, degli attivi (...)
(...) e dell’ammontare dei realizzi. Calcolo possibile soltanto alla chiusura dell’intera operazione.
Comunque Alitalia, essendo stata una formidabile macchina produttrice di debiti, consentirà al commissario di assicurarsi un pacco di denaro. Vorrei sottolineare che Fantozzi non merita di essere messo sotto accusa per quanto incasserà, ci mancherebbe. Non è colpa sua se la legge prevede che i compensi per i commissari straordinari vengano parametrati sulla scorta di entrate ed uscite dell’impresa. Una legge che grida vendetta. Sarebbe interessante scoprire chi l’ha ideata e chi approvata. Soprattutto sarebbe opportuno modificarla secondo criteri più equi.
Motivi di decenza impongono al governo di intervenire in maniera che in futuro non si creino situazioni offensive per milioni di italiani per i quali determinate cifre sono compatibili soltanto col superenalotto. In sintesi, apprendere che un’azienda decotta quale Alitalia, nella quale sono stati pompati fondi pubblici in quantità smisurata (e che nonostante ciò è saltata per aria lasciando in eredità ai cittadini una montagna di debiti da saldare), si permetta il lusso di coprire d’oro un signore incaricato di organizzare un funerale, beh, diciamocelo, fa venire i conati di vomito anche a chi abbia lo stomaco di ferro.
D’accordo. Ormai su Fantozzi non si può tornare indietro. Sarebbe scorretto. Però ci auguriamo che la maggioranza si adoperi per evitare si ripetano episodi come questo. In fondo cambiare una norma non comporta spese paragonabili al parcellone del commissario straordinario. Il quale converrà con noi: se lui intasca dallo Stato 15 milioni di euro non si può dare torto ai piloti quando piangono sulla loro Cassa integrazione di 8 mila euro al mese per sette anni.