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 2008  novembre 28 Venerdì calendario

Marco Masciaga per "Il Sole 24 Ore" Era inevitabile che il più spregiudicato, ambizioso e articolato attentato mai subito dall’India colpisse Mumbai

Marco Masciaga per "Il Sole 24 Ore" Era inevitabile che il più spregiudicato, ambizioso e articolato attentato mai subito dall’India colpisse Mumbai. La ex Bombay non è solo la capitale finanziaria del Paese e quindi l’obiettivo ideale per chi tenta di incrinare la fiducia dei mercati internazionali nell’ascesa della terza potenza economica asiatica. anche la città simbolo di quella che in questa Repubblica secolare, ma attraversata come nessun’altra da tensioni religiose fortissime, viene chiamata communal violence. Ovvero gli scontri tra le diverse comunità religiose che ciclicamente mandano in frantumi l’immagine di tolleranza del Paese. a Mumbai che il terrorismo di ispirazione islamica in questi anni ha sferrato gli attacchi più devastanti. qui che proliferano i clan del crimine organizzato che in passato hanno contribuito ad accrescere le tensioni interreligiose della città. qui che hanno sede i partiti nazionalisti hindu che da decenni fanno dell’odio verso la comunità musulmana di Mumbai la propria arma elettorale più efficace. Gli episodi più spaventosi di violenza interreligiosa nella storia recente della città risalgono alle settimane a cavallo tra il dicembre del 1992 e il gennaio del 1993, quanto la demolizione della moschea di Babri (ad Ayodhya, 1.200 chilometri da Mumbai), per mano di un gruppo di fanatici induisti, innescò una catena di ritorsioni tra le due comunità che costò la vita a circa 900 persone. Non solo. Le violenze, protrattesi per giorni, finirono per ridisegnare la mappa della città con migrazioni sia interne che verso le regioni rurali del Maharashtra che "depurarono" interi quartieri delle diverse minoranze. Da allora questa sconfinata, affascinante e decadente megalopoli affacciata sul Mare Arabico non ha più smesso di essere attraversata dal virus dell’estremismo religioso. Sfruttato dai partiti induisti radicali per aizzare l’odio verso i musulmani e distrarre l’attenzione dagli spaventosi problemi della città. Cavalcato dai terroristi di ispirazione islamista per punire il centro che incarna il nuovo sfacciato strapotere economico, quello dei Tata e degli Ambani per intenderci, così lontano dalle miserie vissute quotidianamente dal vicino Pakistan, i cui Servizi sono sempre sospettati di essere coinvolti nelle trame terroristiche indiane. Gli uomini che simboleggiano meglio di chiunque altro l’inaugurarsi della stagione di violenza religiosa a Mumbai sono un politico, Bal Thackeray, e un gangster di nome Dawood Ibrahim. Benché i tribunali siano riusciti a condannare solo i suoi luogotenenti, Bal Thackeray è considerato l’ispiratore delle stragi di musulmani avvenute a cavallo tra il 1992 e il 1993. Dawood Ibrahim, fino ad allora noto solo per le sue attività criminali "comuni" come il traffico di stupefacenti, è considerato invece la mente dietro gli attentati in serie che "vendicarono" quelle stragi e che nel 1993 costarono la vita a 257 persone e devastarono il Bombay Stock Exchange. Oggi che Bal Thackeray ha ormai 82 anni e va perdendo la ferocia politica che lo ha contraddistinto e che Ibrahim, secondo quanto sostengono i Servizi segreti indiani, vive da anni ormai al sicuro nella megalopoli pakistana di Karachi, la loro eredità è stata raccolta dalle nuove leve. Sul fronte dell’induismo radicale la figura emergente è quella di Raj Thackeray, nipote ribelle di Bal e leader di un piccolo ma influente partito chiamato Mns. Sul fronte islamista negli anni ha preso forma una galassia composta di organizzazioni che, dopo essere state sciolte dal Governo, rinascono sotto nuove sigle. La vittima, sia nel caso delle azioni ordinate dal giovane Thackeray che in quelle ordite dalle organizzazioni islamiste radicali, rischia di essere quel mondo degli affari che di Mumbai, sede della più antica Borsa asiatica, è da sempre l’anima. L’impatto degli attacchi di mercoledì notte sulla business community straniera non va neanche spiegato. Nel caso del giovane Thackeray e della sua concezione muscolare della politica, l’odio per musulmani e immigrati è stato recentemente affiancato dalla difesa a oltranza dei lavoratori originari di Mumbai che in questa fase di rallentamento dell’economia rischiano di perdere il lavoro. Il caso esemplare è fornito dalla Jet Airways, la più grande compagnia privata del Paese che, sotto la minaccia di un blocco dei voli lanciata da Raj Thackeray, ha dovuto tramutare 1.900 esuberi nel licenziamento di poche decine di piloti. Tutti rigorosamente stranieri.