Giulia Zonca, la Stampa 28 novembre 2008, 28 novembre 2008
GIULIA ZONCA PER LA STAMPA DI VENERDì 28 NOVEMBRE
’La famo strana” Esauriti da maratona
I maratoneti si spostano, occupano nuovi spazi e altre strade dopo aver riempito le grandi città. Una massa, non un’onda di protesta ma il movimento più numeroso in circolazione perché ormai non solo Londra, Berlino e New York fanno il tutto esaurito: si vedono iscrizioni record a ogni 42 chilometri in programma per il mondo. E gli appuntamenti sono più di 800.
Domenica a Firenze ci saranno 9.075 persone allo start, lo scorso weekend, a Philadelphia, si sono mossi in 8000, nel gelo, e nessuna delle due tappe è tra le gare più rinomate, solo che ormai non conta più la storia o l’importanza, ogni città che organizza una competizione diventa un punto su una mappa e si trasforma per quella settimana in meta turistica, centro. Smuove sponsor pure in questo periodo e chiama interesse quasi inspiegabile. Basta far correre. Per esistere bisogna organizzare una 42 chilometri e per essere riconoscibili molti personalizzano la competizione.
Il sito marathonguide ha appena stilato varie classifiche e numerato anche le corse più strambe. Il calendario delle faticate a tema parte dall’11 gennaio: Walt Disney World Marathon, nel parco, medagliette di Pippo a chi partecipate e i concorrenti possono appiccicarsi il numero sulle orecchie di topolino. Il 15 marzo c’è la maratona di Little Rock, dove il tempo è secondario rispetto alla fotografia, c’è un punto ristoro con gli specchi, i trucchi e le luci a un niente dal traguardo: puoi decidere se tirare dritto e occuparti del cronometro o sospendere l’agonismo per un bel primo piano ricordo. Il 7 aprile si passa alle condizioni estreme, la maratona del Polo Nord ribattezzata «avventura artica». Si corre con il piumino e la calzamaglia. Il 25 aprile c’è una data più culturale, la maratona country, a Nashville: 50 artisti suonano dislocati in 28 angoli del percorso. Concerto post gara molto frequentato, quest’anno si è esibito Steve Cropper.
Uno dei motivi per cui le maratone più piccole, anche quelle normali, sono di moda è il clima da terzo tempo, non solo il calcio ruba dal rugby. La pastata di New York è troppo commerciale, chi si è spremuto fino all’ultima riserva di energia preferisce una cena tra intimi, 8 mila persone sono più gestibili di 40 mila.
Il 3 maggio parte la maratona del maiale volante, a Cincinnati per omaggiare tutti quelli che prima di puntarsi il numero al petto hanno sentenziato: «Correrò una maratona solo quando i maiali voleranno». Il 16 ci si sposta in Cina per la maratona della Grande Muraglia e il 27 giugno in Kenya per la maratona Safari.
Il 12 settembre vendemmia con la maratona del Médoc, tra partenza e traguardo ci sono 50 castelli, viti e degustazioni. A novembre si può entrare nella storia con la maratona di Atene che ripercorre la prima 42 chilometri, quella di Filippide e a dicembre si chiude sull’Everest con un massacro che pretende una settimana di preparazione prima del via e richiede il necessario per il campo base. In Italia si chiude l’annata con Firenze e si riparte nel 2009 con la maratona di Siracusa (15 febbraio) e quella di Salsomaggiore (22 febbraio), a marzo c’è già Roma, la maratona nazionale con più iscritti. Due gare al mese solo da noi, date in aumento e il coinvolgimento che nessuno sport o partito o festival riescono a mettere insieme.