Maurizio Ricci, la Repubblica 28/11/2008, 28 novembre 2008
MAURIZIO RICCI PER LA REPUBBLICA DI VENERDì 28 NOVEMBRE
E se qualcun altro, dopo Lehman Brothers, Aig ecc. fa il botto? Le conseguenze sarebbero disastrose: ancora una volta, per il perverso meccanismo della finanza creativa dei derivati, che creerebbe perdite a catena. Due economisti dell´Fmi hanno provato a quantificare il rischio. Il fallimento di una grande banca, o di una grande assicurazione o, comunque, di un operatore di primo piano potrebbe comportare perdite fino a 300-400 miliardi di dollari sul mercato "over the counter" (ovvero fuori borsa) dei derivati. Ma sarebbe solo l´inizio. Perché, secondo lo studio, questo aprirebbe una catena di fallimenti di altri istituti che avevano comprato o venduto derivati. La perdita totale arriverebbe facilmente, dunque, a 1.500 miliardi, in pratica raddoppiando quanto il sistema finanziario ha perso fino ad oggi. Il mercato dei derivati trattati direttamente fra due controparti, "over the counter", ha raggiunto, proporzioni enormi. Un anno fa il valore complessivo dei vari derivati sui cambi, sui tassi, sulle azioni, sulle merci, più i Cds (assicurazioni contro la bancarotta altrui) era arrivato a 600 mila miliardi di dollari. Il rischio che in molti si brucino, restando con il cerino acceso in mano, è insomma molto alto. Del resto, basta vedere cosa è successo con Lehman Brothers che, dicono i dati, non era neanche il più grosso attore sul mercato: l´esposione Lehman sui derivati era di 36 miliardi di dollari: un quarto di Citibank, un terzo di Goldman Sachs, la metà di Morgan Stanley e Credit Suisse.