Giampiero Martinotti, la Repubblica 28/11/2008, 28 novembre 2008
GIAMPIERO MARTINOTTI PER LA REPUBBLICA
Anche i ricchi piangono, racconta il quotidiano francese La Tribune: in poche settimane, il patrimonio delle prime dieci famiglie dell´industria transalpina si è sciolto come neve al sole. Sessanta miliardi di euro sono andati in fumo. Due personaggi sono stati particolarmente penalizzati: l´indiano Lakshmi Mittal (Arcelor Mittal) ha perso più di 24 miliardi, Bernard Arnault (Lvmh) ha lasciato sul tappeto oltre 17 miliardi. In confronto a loro, i 6,6 miliardi persi da di Liliane Bettencourt (L´Oréal) o i 2,9 andati in fumo di François Pinault (Ppr Gucci) possono sembrare poca cosa. Tutti i nomi illustri della Borsa parigina (Bouygues, Dassault, Ricard, Bolloré, Lagardère) hanno visto i loro patrimoni da sogno trasformarsi in un mezzo incubo. La faccenda potrebbe essere liquidata facilmente: un problema da ricchi. Le cose, in realtà, sono un po´ più complesse quando si parla di patrimoni professionali e non personali. Quei beni, infatti, servono spesso per chiedere finanziamenti alle banche per investire, rappresentano una cauzione indispensabile. E ci si può ritrovare in difficoltà: il franco-polacco Romain Zaleski sta cercando di ristrutturare con le banche il suo debito di 6,5 miliardi garantito dal suo patrimonio, il cui valore è stato annientato dalla crisi.