Paolo Salom, Corriere della Sera 27/11/2008, 27 novembre 2008
Thailandia. L’intervista Il numero due dell’opposizione «Vestono di giallo, il colore del re Sono convinti che li protegga» indulgente verso i manifestanti che ormai da giorni occupano l’aeroporto di Bangkok: «La gente qui è esasperata
Thailandia. L’intervista Il numero due dell’opposizione «Vestono di giallo, il colore del re Sono convinti che li protegga» indulgente verso i manifestanti che ormai da giorni occupano l’aeroporto di Bangkok: «La gente qui è esasperata. Non ne può più di un governo corrotto e di un sistema che di democratico ha solo il nome». Kraisak Choonhavan, 61 anni, deputato al Parlamento e numero due del Democrat Party, il principale partito d’opposizione, è tuttavia convinto che la situazione stia rapidamente peggiorando. « sbagliato bloccare la società civile – dice al telefono dalla sua casa nella capitale thailandese ”. Come è stato un errore occupare il palazzo del governo. Però occorre capire le ragioni di questa protesta. Siamo sull’orlo di un gravissimo scontro». Le immagini che arrivano dall’aeroporto internazionale mostrano i manifestanti vestiti tutti con magliette gialle, in Thailandia il colore della monarchia: perché? Che cosa c’entra il re Bhumibol? «Nulla, il re non c’entra nulla. Finora il nostro sovrano è rimasto neutrale, rispettoso della Costituzione che gli assegna un ruolo solo cerimoniale». Eppure, i thailandesi, vedendo quel colore sulle barricate, non rimangono indifferenti... «Il nostro è un Paese complesso. Che non ha vissuto alcuna rivoluzione repubblicana, come in Europa. I manifestanti si vestono di giallo intanto per distinguersi dai "rossi", ovvero dai seguaci di Thaksin Shinawatra (ex premier esiliato e sotto processo per corruzione, ndr) e dell’attuale premier Somchai, guarda caso cognato proprio di Thaksin. E poi perché sanno che la maglietta gialla li protegge dalle possibile ritorsioni della polizia, che al momento è schierata con il governo». Perché occupare l’aeroporto? Non hanno pensato alle conseguenze sul turismo? «Bloccare le attività del principale scalo aereo della Thailandia è sicuramente un gesto disperato. Ma prima i seguaci dell’Alleanza popolare per la democrazia (Pad), le magliette gialle, hanno occupato il palazzo del governo, e l’esecutivo è ancora lì. Con questa mossa vogliono alzare il livello dello scontro. Sbagliano: ci vuole più moderazione. Le fazioni si stanno armando e questo non è un buon segno». L’esercito ha chiesto al premier di dimettersi e sciogliere il Parlamento ma non ha dato idea di volersi muovere... «I militari hanno già fatto un colpo di Stato nel 2007 e hanno guadagnato le critiche di tutti. Finora, proclami a parte, i soldati sono stati a guardare. Ma la situazione potrebbe rapidamente cambiare se l’attuale premier rimuoverà i vertici dell’esercito, come pare che voglia fare. A breve un tribunale potrebbe estromettere dalle cariche pubbliche lo stesso Somchai e altri 50 politici del suo partito. Qualcuno potrebbe cercare uno scontro risolutivo prima che sia troppo tardi». E il re? «Il re ha 82 anni. Può fare poco se non chiedere pace e giustizia». Paolo Salom Kraisak Choonavan