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 2008  novembre 27 Giovedì calendario

Da quando all’Eliseo c’è un presidente che racconta la sua vita amorosa, fa jogging e spedisce messaggini durante un incontro con il papa, gli umoristi, i comici, gli imitatori, i maldicenti insomma con la penna o la battuta avvelenata, hanno preso lena

Da quando all’Eliseo c’è un presidente che racconta la sua vita amorosa, fa jogging e spedisce messaggini durante un incontro con il papa, gli umoristi, i comici, gli imitatori, i maldicenti insomma con la penna o la battuta avvelenata, hanno preso lena. In libreria, in televisione, sui palcoscenici e su Internet si sguazza con maggiore o minore efficacia. Nel panorama così fitto si innalza un fumetto, «Carla e Carlito ovvero la vita al castello» edito da Fayard. Con dodici euro, per 62 pagine opera del trio Malka-Cohen-Riss, i francesi, antisarkosisti e non, gavazzano santamente e provvidenzialmente nel vetriolo. Voilà i superuomini e le superdonne del Palazzo bruscamente smantellati! Il disegnatore Riss, il capociurma, è un recidivo. L’opposizione dovrebbe arruolarlo ad honorem, questo talento dallo sguardo sparviero. Con «La faccia nascosta di Sarkozy» ha venduto duecentomila copie, libro uscito poco prima delle elezioni presidenziali; qualcuno scommette che abbia persino contribuito al risultato. Forse in contraddizione con le speranze dell’autore. Il candidato Sarkozy, a suo tempo, lo comprese. E non fece una piega, anzi, reagì ribadendo quanto aveva scritto al tribunale di Parigi per sostenere il settimanale satirico «Charlie Hebdo» alle prese con le caricature di Maometto: «Meglio un eccesso di caricatura che un eccesso di censura». Savi proponimenti, che però non ha conservato come presidente: è diventato infatti suscettibilissimo, si infuria e vede rosso, il suo avvocato lavora di querele come un ossesso. Riss finora l’ha scampata. Nonostante in un secondo volume «Sarko primo» disegni l’inquilino dell’Eliseo impegnato in una terapia di gruppo prima dell’elezione del 2012! Ora spera la passi liscia anche il terzo volume dove compare, prepotente, Carla Bruni. Non c’è prova migliore del fatto che l’influenza dell’«italiana» sta crescendo. Non lo dicono soltanto i comici (il finto diario di Carla B. sul Canard è un successo che non conosce declino). Nella mappa di quelli che contano davvero, la cantante con vaghe aspirazioni umanitarie è in prima fila. Non a caso Philippe Cohen è un irruente giornalista investigativo. E all’Eliseo ha occhi golosi che riferiscono. «Carla e Carlito» fa sorridere, talvolta ridere per le moine, le paturnie e i tracotanti cipigli di una monarchia repubblicana.