Il minimo può fare il Massimo di Bruno Gambarotta, La Stampa, 27/11/2008, pag. 39, 27 novembre 2008
Marco Cassini e Daniele di Gennaro hanno poco più di vent’anni quando diventano amici frequentando a Roma una scuola di scrittura
Marco Cassini e Daniele di Gennaro hanno poco più di vent’anni quando diventano amici frequentando a Roma una scuola di scrittura. Vorrebbero diventare scrittori, finiranno per fare gli editori. Succede qualche volta, per fortuna. Alla vigilia del quindicesimo compleanno di Minimum Fax, Marco Cassini si racconta attraverso il diario di un anno, il 2007, nel piccolo libro Refusi, diario di un editore incorreggibile, edito da Laterza. L’avventura ha inizio nei primi giorni del ”93, quando Marco s’inventa una rivista letteraria che invece di essere stampata su carta è spedita via fax, a quel tempo l’ultima frontiera dell’innovazione tecnologica. Risolvendo di colpo tre problemi che affliggono gli editori: costi di stampa, distribuzione, magazzino. Invia il numero zero alle redazioni culturali dei maggiori quotidiani italiani. Risultato: per due settimane si trova la casa piena di giornalisti, fotografi, troupe televisive e radiofoniche. Scopre così una delle leggi del giornalismo: se vuoi catturare l’attenzione dei media devi fare qualcosa di diverso dagli altri. Una lezione che sarà applicata nelle prime incursioni corsare della casa editrice; a un Salone del Libro spopola un libretto scritto a più mani, Il fagiano Jonathan, irriverente parodia del melenso gabbiano di Richard Bach. Le prime pubblicazioni a stampa non osano chiamarle libri, sono I quaderni. Luigi Amendola, Francesco Piccolo, Valeria Parrella (che vi ha esordito). Ma prevalgono i nordamericani, da David Mamet a Flannery O’Connor, da Patricia Highsmith a Raymond Carver, autore di culto per un’intera generazione di giovani scrittori, Minimum Fax ha realizzato l’epica impresa di pubblicarne l’opera omnia. Minimum Fax è romana e ha uno stile di lavoro che l’apparenta a quello del cinema: grandi film sono nati attorno a una tavolata ancora ingombra di piatti e bicchieri. E, come succede per il cinema, anche i libri di Minimum Fax hanno in fondo «I titoli di coda», con i nomi di tutti i diciotto redattori che hanno contribuito a far nascere quell’opera collettiva che, solo per pigrizia, continuiamo ad attribuire al solo autore.